May 2010

Dire la verità

Silvio BerlusconiMi piacerebbe che su questi chiari di luna della finanza pubblica in Italia, nel problematico contesto europeo, ci fossero tre azioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, prima che tutto si ingarbugli.
La prima sarebbe  un intervento alle Camere per dire al Parlamento come stanno le cose senza tante storie e lasciando perdere slogan, cercando i punti d'accordo con l'opposizione come va fatto in tempo di crisi.
La seconda azione dovrebbe essere un messaggio televisivo altrettanto franco e senza troppi giri di parole: se l'ora è grave è bene circoscrivere i confini delle difficoltà, dicendolo a cittadini che son stufi di mezze verità e di un ottimismo di maniera.
La terza: incontrare subito i Presidenti di Regione, che rappresentano l'altro caposaldo democratico della Repubblica, per raccontare i problemi e concordare il da farsi per quei sacrifici che vanno decisi, se necessario.
Mi pare che la strada intrapresa sia diversa e all'insegna del "politichese" frammisto ad una logica rassicurante e paternalistica.
Certo è che dietro lo scontro con Giulio Tremonti, che sarebbe fautore di una linea più dura, si potrebbe celare la voglia di andare alle urne.

Contro il sensazionalismo

Jordan Romero davanti all'EverestIn un mondo normale, i genitori di Jordan Romero, il ragazzino americano che con i suoi tredici anni è il più giovane ad aver conquistato la vetta dell'Everest, verrebbero processati per sfruttamento di minore.
Una scelta esemplare, occupandosi di un caso specifico, per fermare il circo che ormai dilaga attorno alla montagna più alta della Terra.
Sotto accusa è il degrado dell'alpinismo a pagamento che ormai può portare in vetta al "tetto del mondo" chiunque paghi e lo dico con immensa tristezza, pensando alla crisi di una pratica sportiva che se l'è cercata con certi eccessi accumulatisi nel tempo.
La megalomania e l'insensatezza di certe spedizioni, la presenza di ragioni nazionalistiche che spingono atleti alla ricerca forzata del record, le turbe personali e gli sponsor ossessivi di alcuni alpinisti, il sensazionalismo e la pubblicità persino attorno alle sciagure, il tentativo di attorniare di profondi significati scientifici operazioni affaristiche: sono fenomeni che segnano la fine dell'avventura e del romanticismo che attorniavano una buona parte di alpinismo "estremo".
Al grido di «venghino signori» si cerca solo il fenomeno da baraccone, inseguendo un record da "Guinness dei primati" e un eccesso da prima pagina, che oscurano le storie vere e sincere che ancora ci sono nel mondo alpinistico, ma il marcio inquina anche il sano e sarebbe ora che qualcuno tirasse il freno d'emergenza.

Primi spunti

Alberto Follien e Bruno Giordano dopo la vittoria alle elezioniQuando ero un cronista televisivo e mi preparavo per le dirette per le elezioni comunali, mi attrezzavo tipo "Enciclopedia Britannica" per un commento minuto, Comune per Comune, sapendo quanto - eccettuato direi Aosta - il dato politico locale abbia una lettura ingarbugliata e talvolta non propriamente comprensibile per le dinamiche che si manifestano.
Dato per acquisito il partito degli astensionisti e di chi si esprime a suon di nulle e bianche, che è bene non sottostimare e richiamarsi a grandi democrazie con pochi votanti appare solo consolatorio, è chiaro che ad Aosta si afferma la coppia Giordano-Follien con due sottodinamiche tutte da analizzare. Mi riferisco ai risultati delle singole forze politiche per coalizione e poi il gioco delle preferenze. Ora mi sembra prestino e francamente non so neppure se prossimamente mi imbarcherò in analisi dettagliate.
Sui Comuni per l'UV direi che ci sono stati successi inaspettati o a lungo inseguiti in Comuni tradizionalmente difficili, ma ci sono state anche sconfitte, purtroppo in Comuni di una certa taglia, ma per ora non mi avventuro in numeri esatti. Ma tento di citare qualche Comune: passano di campo in positivo Donnas, Fénis, Fontainemore, Gressan, Issogne, Lillianes, Rhêmes-Notre-Dame, Saint-Denis, Torgnon, Villeneuve; escono dalle liste vincenti in passato con presenza unionista Aymavilles, Champorcher, Charvensod, Cogne, Gressoney-Saint-Jean, La Thuile, Saint-Christophe, Saint-Pierre.
Mi scuso per eventuali errori o omissioni involontarie. Personalmente, come elettore di Saint-Vincent, son contento dell'accoppiata Perosino-Bordet, che ha vinto in un clima piuttosto difficile.

E' la democrazia

Dopo le elezioni c'è di tutto, come è giusto che sia: commenti, spiegazioni, allusioni, critiche, speranze, ma soprattutto i dati reali, vale a dire l'esito delle urne.
Prima si può far di tutto, in campagna elettorale, perché si è nella fase precedente, dopo è più difficile per una serie di ragioni.
Chi ha vinto scoprirà che adesso inizia il difficile.
Chi ha perso ci resterà male.
Sono sentimenti naturali ed entrambi dignitosi e non bisogna né troppo bearsi né troppo deprimersi da entrambi i lati della barricata.
Presentarsi al voto è comunque una prova coraggiosa e soggetta a rischi, per cui ne va preso il bene e il male con filosofia ed equilibrio, sapendo che un impegno è sempre una scelta lodevole.

Il dopo elezioni

Alcuni candidati di AlpeI commenti del dopo elezioni sono sempre all'insegna della varietà. Esistono cifre e seggi, sindaci e "trombati", cambi di amministrazioni e continuità: apparentemente un'aritmetica politica che non dovrebbe consentire di sgarrare. Ma, per fortuna, la politica è fatta di fantasia e i commenti non sono cartesiani, ma seguono un ritmo che definirei musicale e ognuno la musica se la sceglie come se la sente nel cuore.
Sullo scacchiere dei 68 Comuni, messa da parte Aosta, bisognerebbe dedicare uno spazio per ciascuno perché ci sono delle dinamiche interne non sempre comprensibili. Direi grossolanamente che quel che è macroscopico è quanto già scrivevo ieri, visto dall'angolatura dell'UV, con più e meno, ma con la conferma innegabile di una centralità del Mouvement.
Quel che è sicuramente meno è la presenza territoriale di Alpe: basta scorrere le liste da loro sponsorizzate sul loro giornale per vedere che la "Caporetto" c'è stata e che il matrimonio con i Verdi è stato un disastro.
Guardando Aosta - e partendo da Alpe - vale lo stesso ragionamento, con l'aggiunta dei Verdi che si sono mangiati le altre componenti, quelle "autonomistiche", nella rappresentanza all'Hôtel de Ville. Salta all'occhio il risultato della Stella Alpina che, teoricamente, doveva vedersi ridimensionata dall'accordo con il PdL e invece è uscita rafforzata, mentre proprio i nuovi partner della maggioranza comunale (avevo scritto "regionale", ma era freudiano...) hanno avuto un risultato inferiore alle attese.
Il PD vive la crisi nazionale e un'identità ancora confusa.
L'UV ha vinto le elezioni aostane, ma con componenti "nuove" che hanno pesato sul successo con una forte riduzione di voti "tradizionali".
Per cui il dialogo interno risulta oggi ancora più indispensabile.

Addio, Obman

Silvius MagnagoMi era capitato in alcune occasioni di parlare con Silvius Magnago, leader ("Obman") per molti decenni della "SVP" e figura essenziale nella storia contemporanea del Tirolo del Sud, scomparso a 96 anni.
Mi aveva ricordato i rapporti con la Valle d'Aosta e con mio zio Séverin e trovavo interessantissime le spiegazioni del lavoro svolto per chiudere il "pacchetto" delle norme d'attuazione, che diedero un'avanzatissima autonomia speciale alla Provincia autonoma.
Lo ricordo arringare gli iscritti al partito di raccolta del Südtirol in un congresso a Merano: il suo carisma avvinceva la sala, mentre parlava ritto sull'unica gamba (l'altra l'aveva persa in Russia combattendo con le truppe tedesche) con una dialettica secca e efficace.
Metteva assieme le ragioni del cuore e le motivazioni giuridiche, in un mix efficace che ha forgiato le scelte in favore della sua Heimat.

La Finanziaria "monstre"

Silvio Berlusconi e Giulio TremontiLa lettura delle diverse bozze in circolazione della "Finanziaria monstre" conferma la logica "lacrime e sangue".
Lo spostamento fra approvazione ieri del testo al Consiglio dei Ministri e sua presentazione oggi in conferenza stampa segnala che si sta lavorando ancora sul testo definitivo e esiste un imbarazzo di Silvio Berlusconi perdente rispetto al suo Ministro "rigorista" Giulio Tremonti.
Il federalismo fiscale è seppellito da tagli terrificanti a Regioni ed Enti locali, che riverseranno questi tagli sui cittadini, facendo la figura dei cattivi al posto del Governo.
La mia generazione, dopo anni di pensionamenti allegri per persone troppo giovani, si trova con finestre sempre più strette per andare in pensione. Meglio sarebbe stato prendere coraggio e fare chiarezza spostando una volta per tutte l'età pensionabile, evitando lo stillicidio e la miriade di tagli e taglietti.
Dell'ottimismo berlusconaniano restano solo le ceneri.

Sarò un illuso?

Interesse nei risultati elettoraliGuardare i dati elettorali è interessante ma non esaurisce i dati di approccio nei confronti della delicatezza dei meccanismi democratici e dei molti argomenti che attraversano il suffragio universale e le scelte operate dai cittadini.
E' un tema antico e molto discusso, che muta continuamente perché le stesse regole elettorali agiscono in modi diversi in un contesto sociale sempre mutevole. Il caso esemplare è la possibilità di frazionare in molti e diversi comportamenti la scelta astensionistica in un range che va dal disinteresse totale alla protesta civica.
Ma quel che più mi ha sempre colpito è che mentre la politica discute e si infervora, fra problemi istituzionali e cadute di stile da pollaio, esiste una vasta parte di opinione pubblica che vive in una sorta di analfabetismo istituzionale. Non parlo di questione complicate, come può essere l'architettura dell'Unione europea che è così difficile da prestarsi a gaffes anche per i più accorti, ma di logiche terra a terra ad esempio su quella democrazia comunale che per la sua vicinanza dovrebbe consentire di avere con facilità l'"abbiccì". Invece così non è e non è una considerazione classista, colpendo come una sorta di amnesia cittadini di diversa cultura o estrazione.
D'altra parte la democrazia è un giocattolino delicato che presupporrebbe una cittadinanza consapevole, ma sta proprio nella democrazia la possibilità stessa di essere spettatori distratti, sempre che la quantità  dei disinteressati non sia così elevata da compromettere quella logica di partecipazione che dovrebbe essere una delle forze dei sistemi politici più avanzati.
O forse sono solo un illuso.

Prefetto e Provincia

Luigi Einaudi"Democrazia e prefetto repugnano profondamente l'una all'altro. Né in ltalia, né in Francia, né in Spagna, né in Prussia si ebbe mai e non si avrà mai democrazia, finché esisterà il tipo di governo accentrato, del quale è simbolo il prefetto. Coloro i quali parlano di democrazia e di costituente e di volontà popolare e di autodecisione e non si accorgono del prefetto, non sanno quel che si dicono".
Così iniziava il celebre articolo "Via il Prefetto!" scritto da Luigi Einaudi nel 1944, epoca in cui, in Svizzera, in esilio, conobbe mio zio Séverin di cui divenne amico e ciò si dimostrò utile per la nostra Valle, unica Regione a non avere il Prefetto come sopravvivenza di quel pensiero di rinnovamento dello Stato e unica realtà in cui la libertà coincise con la soppressione proprio della Provincia.
Questo è lo stesso articolo, imbevuto di speranze federaliste, in cui Einaudi, che credeva in un'Italia federale e su base regionale, definiva la Provincia "ente artificioso, antistorico e anti-economico". Una citazione classica per chi vuole l'abolizione delle Province, apparsa in una versione minimalista (sparivano alla fine solo una decina di piccole Province) nelle prime bozze della terribile Finanziaria e poi sparita in tutta fretta.
Pare che la Lega abbia posto un veto e la Lega è la stessa che, per bocca del Ministro dell'Interno Roberto Maroni, ha esaltato più volte la figura del Prefetto.
Sans commentaire.

Caleidoscopio 1 giugno

Marco Jaccond"Caleidoscopio", su "Radio1" dopo le 12.30, è giunto ormai alla puntata numero 35 e mancano dunque due appuntamenti prima della pausa estiva.
La trasmissione di martedì si aprirà con un'intervista al direttore del museo della montagna di Torino, Aldo Audisio, che racconterà - con la solita verve - storia e attuali attività del museo.
Seguirà un'intervista con Marco Jaccond, di cui è già stato recensito il libro sulla "Storia di uno zio d'America", e l'occasione sarà utile per scavare ulteriormente nella vicenda, che ha risvolti interessanti per l'emigrazione valdostana negli Stati Uniti.
Infine il racconto delle vicende che hanno portato l'imprenditore-inventore Paolo Bernardi della Valdigne all'Expo in corso a Shangai come rappresentante della Valle d'Aosta.
Sarà, come sempre, Christian Diémoz a presentare il libro per bambini di Roger Sarteur, intitolato "Caccia al tesoro con Sam".
Buon ascolto!

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