May 2010

La verità andava detta prima

Un momento del Giro d'Italia sulle DolomitiHo letto e comparato le misure assunte dai diversi Stati europei di fronte alla crisi: è la conferma che stiamo vivendo un brutto quarto d'ora e che gli anni a venire saranno in salita come una tappa dolomitica del "Giro d'Italia".
Ho una buona esperienza nella lettura della Finanziaria dello Stato e quella regionale l'ho seguita passo a passo negli anni della Presidenza. I nostri dati non sono mai stati "taroccati" e ci tengo a dirlo e dunque riflettono esattamente la situazione, mentre ora emerge con chiarezza che i conti dello Stato non tornano in Italia e dunque lì i trucchi ci sono stati.
Ho vissuto in Parlamento la crisi economico-finanziaria all'inizio degli anni Novanta, che cementò un'amicizia con Giuliano Amato che allora era premier (prima era stato dal 1987 al 1989 Ministro del Tesoro) e mi permise di conoscere bene il suo successore Carlo Azeglio Ciampi con cui - in anni di Finanziarie dure - trattammo il fondo compensativo per il nostro bilancio regionale in seguito al venir meno dell'Iva da importazione dei Tir con l'abbattimento delle frontiere doganali. Soldi che, già con il federalismo fiscale, parevano essere nel mirino dell'attuale Governo.
Negli anni successivi ho continuato a seguire la ciclica necessità di austerità e di tagli - penso ad esempio all'adesione all'euro e ai sacrifici subiti - ma quando è cominciata questa crisi la storia che ci è stata raccontata oggi risulta non vera.
Sembrava che fosse una vicenda americana di mutui casa e speculazioni borsistiche e finanziarie e quando, come tuoni all'orizzonte, si è cominciato a parlare di finanza pubblica e dei suoi guai la linea governativa è stata dettata da Silvio Berlusconi: i conti sono in regola, tutto va bene, crepino i pessimisti. Oggi, invece, la manovra finanziaria mostra il contrario e anche la Valle ne patirà e il discorso berlusconiano «abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità» non è consolatorio, perché la verità andava detta per tempo.

Vulcano o non vulcano

Anche da altre parti ci sono problemi con il fumo nero...Un amico albergatore di La Thuile, a fine inverno, mi aveva fatto un'osservazione che non avevo mai sentito: «sulla stagione sciistica ha pesato l'incertezza del tempo. Sono state solo poco più di una quindicina le giornate di bel tempo».
Che l'inverno fosse stato una schifezza, lo si abbiamo visto tutti, come ora tutti vediamo gli "stop and go" di una bella stagione che non decolla.
Essendo il clima e la meteorologia uno dei capisaldi della socialità, annoto qui (per non parlare sempre di politica, che finisce per essere una scocciatura) una corrente di pensiero di cui ho letto che, senza spiegare il tempaccio dei mesi scorsi, scopre ora il capro espiatorio della primavera-estate: sarebbe lui, il vulcano islandese Eyjafjallajokull, con la sua cenere nei cieli.
E viene evocato sinistramente il 1816, un anno in cui non ci fu l'estate per l'eruzione del vulcano Tambora nell’isola di Sumbawa nelle allora Indie olandesi.
Speriamo che il riferimento sia una balla e il cielo spesso grigio con annessa pioggierellina una casualità, come l'inverno senza sole.

Verso l'Annapurna

Abele Blanc durante l'ascensione all'EverestUna settimana fa - e nell'incalzare degli argomenti non ho potuto annotarlo sul blog - Abele Blanc e l'altro valdostano Marco Camandona, con altri due compagni di cordata, hanno raggiunto la vetta dell'Everest.
I nostri due alpinisti, pur di due generazioni diverse (Abele è del 1954, Marco del 1970), sono abituati a scalare assieme e quel che è curioso dell'alpinismo sta nel fatto di come personalità differenti possano creare un insieme efficace. Certo la loro forza comune sta in una grande tecnica e in un'evidente forza di carattere e nel dialogo che hanno imparato ad instaurare fra di loro.
Per la Valle d'Aosta poter contare su alpinisti di fama internazionale è nel solco di una lunga tradizione, ma non è un elemento per nulla scontato, specie se - come nel caso di entrambi - non ci troviamo di fronte ad imprese episodiche ma a curricula alpinistici impressionanti, resi "viventi" da una capacità comunicativa che è oggi indispensabile per chi compia queste scalate.
Ora ad Abele, per chiudere il cerchio degli Ottomila, manca solo la vetta dell'Annapurna, che certo inseguirà con la solita grinta e determinazione con quello strano mix fra tecnica alpinistica e afflato spirituale che oggi scolpisce la sua personalità.

Il mio intervento in Consiglio Valle sull'attività europea della Regione

Il sottoscritto durante l'assemblea del Consiglio Valle del 26 maggioIl mio intervento in Consiglio Valle durante la seduta europea del 26 maggio 2010 in apertura dell'esame del documento pluriennale di indirizzo sulle attività della Regione in campo europeo ed internazionale.


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Guardare avanti

Sarà pur vero che qui, in questo mio spazio pubblico, annoto ricordi, aneddoti, nostalgie, speranze e molto altro ancora.
Ciò avviene con una cadenza rapida, quotidiana nel blog qui a fianco, mentre è settimanale nel "Calepin" che state leggendo.
Il passare degli anni è testimoniato con costanza sul sito, come se si trattasse di un armadio pieno di cose e i cui cassetti contenessero gli oggetti accumulatisi nel tempo.
Certo è che di quanto fatto, visto, goduto o sofferto bisogna farne tesoro.

Un grave errore

Un momento dell'assalto alla naveChi mi conosce sa quale e quanta sia la mia ammirazione per Israele.
Non l'ho mai nascosto e provo orrore per chi, con diverse nuances, gioca - anche in Valle d'Aosta - nella squadra di coloro che vorrebbero far sparire questo Stato e il popolo ebraico dalla carta geografica. L'antisemitismo risorge dalle proprie ceneri e con motivazioni "nobili" che nascondono antiche e incredibili motivazioni.
Ma è un grave e ingiustificabile errore l'attacco, che ha causato parecchie vittime, dei militari d'élite israeliani ad una delle navi delle ONG (chiamarle tout court "pacifiste" è inesatto) che volevano rompere il blocco israeliano verso Gaza.
Un errore perché dei militari non possono uccidere dei civili, un errore perché le vicende "isolano" Israele, un errore perché i fatti danno solo fiato a terroristi islamici che ora - comicamente - rivendicano l'importanza delle norme di diritto internazionale di cui ovviamente se ne sbattono.

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