Verso l'Annapurna

Abele Blanc durante l'ascensione all'EverestUna settimana fa - e nell'incalzare degli argomenti non ho potuto annotarlo sul blog - Abele Blanc e l'altro valdostano Marco Camandona, con altri due compagni di cordata, hanno raggiunto la vetta dell'Everest.
I nostri due alpinisti, pur di due generazioni diverse (Abele è del 1954, Marco del 1970), sono abituati a scalare assieme e quel che è curioso dell'alpinismo sta nel fatto di come personalità differenti possano creare un insieme efficace. Certo la loro forza comune sta in una grande tecnica e in un'evidente forza di carattere e nel dialogo che hanno imparato ad instaurare fra di loro.
Per la Valle d'Aosta poter contare su alpinisti di fama internazionale è nel solco di una lunga tradizione, ma non è un elemento per nulla scontato, specie se - come nel caso di entrambi - non ci troviamo di fronte ad imprese episodiche ma a curricula alpinistici impressionanti, resi "viventi" da una capacità comunicativa che è oggi indispensabile per chi compia queste scalate.
Ora ad Abele, per chiudere il cerchio degli Ottomila, manca solo la vetta dell'Annapurna, che certo inseguirà con la solita grinta e determinazione con quello strano mix fra tecnica alpinistica e afflato spirituale che oggi scolpisce la sua personalità.

Commenti

Sicuramente...

in occasione della loro ascensione in vetta, incroceranno la coreana che scende dopo aver fatto l'ascensione con il lancio da fionda, la signora che ha voluto partorire un figlio su ognuno degli Ottomila, il bambino che ha scalato tutti gli Ottomila con il girello senza mai cambiarsi il pannolino.
Tutti fenomeni da baraccone che poco "ci azzeccano" con lo spirito alpino...
Abele e Marco, per fortuna che c'è in giro ancora gente come voi...

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