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16 lug 2010

Sciopero o informazione?

di Luciano Caveri

Oggi l'informazione tace, con l'utilizzo dello strumento dello sciopero, per protestare contro il disegno di legge sulle intercettazioni che pone forti vincoli e vistose minacce alla professione giornalistica. Condivido pienamente queste preoccupazioni ma noto con piacere che per la prima volta in modo organizzato c'è chi nell'occasione ha segnalato come lo strumento dello sciopero, in casi come questi, sia una modalità di protesta vecchia come il "cucco" ed infruttuosa. C'è chi aveva contrapposto l'idea di rafforzare l'informazione in questo giorno e non zittirla per contrastare il fenomeno di un'opinione pubblica silente perché disinformata. Il giornalismo cambia e il giornalista anche. Forse non esiste altra professione messa così in discussione dall'evoluzione tecnologica e dai mutamenti della società. L'impressione è che si sia al costante inseguimento (o a rimorchio) e non si riesca a fare il punto su questo lavoro, comprendendo anche che il legislatore ha facilità ad intervenire "manu militari" per le gravi carenze di autoregolamentazione della professione e per il troppo facile accesso al mestiere di persone non qualificate, per non dire dei ritardi della Magistratura che per una diffamazione o reati simili fa passare anni prima di decidere.