Fatemi dire una cosa, che ho imparato in questi mesi in cui ho avuto una serie di guai fisici - facendo le corna, non gravi - che mi hanno obbligato a visite e ricoveri. La propria salute, alla fine, è quel che conta. Sarà pure immaginifico l'ultimo avvincente e commovente romanzo di Marc Lévy ("L'Horizon à l'envers"), che racconta una storia di come magari un giorno non moriremo mai perché la nostra memoria potrebbe essere trasferita in un computer che ci renda immateriali, ma per ora l'orizzonte resta quello umanissimo, cui avere avere una certa affezione. In verità poi stare dentro un microchip non mi sembra così allettante, anche se poi ovviamente le logiche per ora fantascientifiche, come evocate nel libro, prevederanno magari un giorno che questo noi stessi venga trasferito su qualcosa di corporeo che ci ridia una vita.
Ma sarà una questione per chi verrà tra molto tempo.