October 2016

La Désarpa fra poesia e realtà

Un momento della 'Désarpa' di ValtournencheE' abbastanza curioso che la "Désarpa", cioè la tradizionale discesa settembrina del bestiame dagli alpeggi, sia diventata - nelle diverse denominazioni che il fenomeno assume dove resiste sull'Arco alpino, al di qua e al di là delle montagne - un fenomeno ormai strettamente legato all'offerta turistica, come avviene anche per i combats delle nostre "Reines", specie nel periodo estivo, quando le "batailles" sono non solo un'occasione per gli appassionati, ma anche un momento per aprirsi ad un pubblico turistico più vasto.
Con la Désarpa si spettacolarizza - ed è certo positivo - un fenomeno che nella sua rassicurante ripetitività era da sempre presente nella tradizione, ma si trattava di una sorta di routine, che non pareva ai tempi della mia infanzia meritevole di chissà quale accentuata valorizzazione.

La comunicazione che cambia

Giovani multi-connessiOgnuno di noi sull'evoluzione del settore delle comunicazioni ha un proprio bagaglio fatto di esperienze personali e anche dell'osservazione di quanto avviene attorno a noi. Devo dire che il recente "Rapporto Censis - Ucsi" sulla comunicazione, giunto alla sua tredicesima pubblicazione, mette un po' di ordine anche nei miei pensieri.
Vediamo - traendoli dal documento di sintesi - alcuni capisaldi:

  • La televisione continua ad avere un pubblico sostanzialmente coincidente con la totalità della popolazione (il 97,5 per cento degli italiani). I telespettatori complessivi aumentano ancora (+0,8 per cento in un anno), soprattutto quelli della televisione digitale terrestre (+1,5 per cento) e satellitare (+ uno per cento), mentre gli utenti delle diverse forme di televisione via internet (la web tv attraverso il computer e la "smart tv") si attestano al 24,4 per cento e quelli della "mobile tv" all'11,2 per cento.

Aosta in fondo al pozzo

Augusto Rollandin e Fulvio CentozIl punto di partenza è indiscutibile: ogni cittadino valdostano, qualunque sia il suo Comune di residenza, guarda con interesse ai destini politici e amministrativi della città di Aosta, chiamata in patois "la Veulla". Ciò esprime quel senso di affezione alla Capitale regionale, che è l'unico agglomerato urbano propriamente detto rispetto alle ridotte dimensioni degli altri paesi valdostani. Ma al motivo sentimentale e pure storico si accompagna la necessità che tutto funzioni bene in una città dove si concentrano molti servizi generali, che sono a beneficio della Regione intera: onori ed oneri di chi dirige Aosta dagli storici e prestigiosi uffici dell'Hôtel de Ville in piazza Chanoux. Una responsabilità politica rilevante per chi sappia interpretare con efficacia il ruolo di Primo cittadino.

L'industria e la Valle

I visitatori alla 'Cogne'"La fabbrica è la fabbrica" verrebbe da dire, pensando all'incredibile successo del "Porte aperte" alla "Cogne" per ricordare il secolo di vita dello stabilimento siderurgico con una folla in fila per capire che cosa si celasse dietro alle mura impenetrabili per i "non addetti" ai lavori della storica azienda metallurgica. "Cogne" che, per quanto siano cambiate proprietà e sigle societarie, in questi cento anni ha sempre caratterizzato la città che la ospita e ha inciso fortemente sul tessuto sociale di tutta quella che è stata chiamata "la Plaine", cioè la rete di paesi vicini al capoluogo. La "Cogne" ha accompagnato le famiglie dei dipendenti dall'asilo fino al cimitero, come avvenuto in tutti gli stabilimenti assorbenti di un territorio, in cui la logica di produzione fordista si allargava ad un mondo parallelo che irreggimentava la vita di operai e impiegati, che fossero la formazione, le case, il tempo libero.

La Ferrovia per non perdere il treno

Il treno per Aosta alla stazione di IvreaSeguo con viva curiosità la discussione sul futuro della Ferrovia in Valle d'Aosta, che dovrebbe rientrare più in generale in una visione prospettica attraverso una pianificazione che sarebbe necessaria sui trasporti pubblici. Al contrario il Governo regionale sta agendo, ammesso e non concesso che la scelta amministrativa risulti legittima, con un'azione fatta a "spizzichi e bocconi" in assenza di un "Piano regionale dei trasporti" debitamente aggiornato ed approvato.
Questo è un compito statutario del Consiglio Valle, che non penso possa essere spogliato all'infinito delle proprie competenze, facendo finta di niente, mentre questo squilibrio di rapporti con un Esecutivo imperante colpisce al cuore l'ordinamento valdostano e la sua credibilità e dovrebbe inquietare i Consiglieri regionali in primis per la dignità loro e di chi li ha eletti.

Chef in TV o ai fornelli?

Filippo La Mantia intervistato da Elena MeynetPer via di una trasmissione radiofonica, mi è capitato di parlare di cucina o meglio del mestiere così glamour di questi tempi: lo "Chef" (dal latino "Caput"), che sottende "de cuisine". Lo dimostra il numero crescente di giovani che studiano negli appositi istituti professionali (il venti per cento in più solo quest'anno). Un tempo non era così, perché spesso si andava nei ristoranti, anche di lusso, magari conoscendo il proprietario o il "maître" che ti accoglieva, mentre chi operava dietro le quinte con le pentole restava uno sconosciuto. Oggi non c'è televisione che non esalti, invece, questa figura professionale e basti pensare a produzioni storiche, come la "Prova del Cuoco" che è stata fra le prime a proporre le ricette (ma io ricordo nella "Rai" in bianco e nero il grande Luigi Veronelli e la simpatica Ave Ninchi in "A tavola alle 7") ma soprattutto il fenomeno della gara di "MasterChef", per avere conferma che certi "stellati" (nome che deriva dal prestigio di figurare ai più alti livelli della storica "Guida Michelin") ormai sono più davanti alle telecamere che davanti ai fornelli.

Il lupo vero e quello immaginario

Un lupo nel boscoLa discussione sulla ritorno del lupo in Valle d’Aosta - l'animale era scomparso nel 1862 ed è stato riavvistato nel 2005 - è tornata all'attenzione dell'ultimo Consiglio regionale, su richiesta del consigliere Albert Chatrian. La situazione attuale è stata illustrata dall'assessore Renzo Testolin, che ha ribadito quanto più o meno già si sapeva: le fonti ufficiali ritengono infatti che ci siano sul territorio valdostano dai venti ai venticinque predatori e certo la recente scoperta sopra Torgnon di undici esemplari nello stesso branco rende abbastanza palese come il numero globale di reali presenze, così come è stato rilevato, risulti sottostimato. A nome del Governo regionale, Testolin non ha escluso che, seguendo le regole del "Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia", di recente adottato dalla "Conferenza Stato - Regioni", si possa giungere, quando necessario, ad abbattimenti mirati.

Il dolore per due morti sul Cervino

Il commosso ricordo su Non è vero che la montagna uccide, ma è vero che in montagna esistono rischi oggettivi, dovuti all'ambiente ostile ed alle difficoltà intrinseche nell'alpinismo. Ha scritto un celebre psicoanalista italiano, Cesare Musatti, una verità non discutibile: «La montagna è uno sport che presuppone la costante incombenza del rischio e della morte».
Così è stato in queste ore - e ne sono profondamente addolorato - per due giovani alpinisti: Gérard Ottavio di Saint-Vincent, ma residente a Verrès dove si era sposato con una ragazza del paese, presidente delle "Guide del Cervino" e Joël Déanoz di Châtillon, direttore di "Scuola di sci" al Breuil-Cervinia, ora in procinto di diventare guida e la scalata fatale serviva proprio per il suo curriculum alpinistico. Entrambi laureati, erano due montanari colti e preparati, che avevano scelto la montagna come loro mestiere, avendo la possibilità di scegliere anche altro, se lo avessero voluto.

La montagna dà e prende

Scrivo qui a fianco della morte di due giovani che conoscevo, stroncati da una tragedia alpinistica. Non torno sul loro profilo personale, che ho tracciato con brevità a caldo ancora stranito dall'evento, ma penso e partecipo al dolore indicibile dei loro cari, perché sia chiaro che quando la morte colpisce così è una prova difficile per tutti, qualunque sia il pensiero di ciascuno di noi, credente o laico, di fronte al mistero di certi fatti che colpiscono - con ferocia - persone, famiglie e comunità tutte intere.
E' una di quelle occasioni luttuose in cui lo spirito montanaro dei valdostani ha come un sussulto e una partecipazione emotiva molto forte: avviene che le radici alpine più profonde tornano in superficie nel rapporto con questa montagna che ci attornia che dà e che prende e nella partecipazione alla sofferenza di chi resta e al quale non si può far altro che offrire conforto nel ricordo di due ragazzi sorridenti che resteranno nella nostra memoria.
Un incidente - pare una scarica di sassi che ha colpito i due in cordata - che avviene in questa stagione in cui le montagne spiccano ancora di più anche dal fondovalle, con quella natura che assume colori che consentono alle vette spoglie e rocciose di conquistare la loro posizione svettante nel cielo azzurro e pure in certi tramonti colorati che danno il senso della stagione che declina, specie al tramonto che resta l'immagine più evidente della vita che si spegne verso il buio.

La perenne campagna elettorale di Renzi

Maria Elena Boschi durante il suo viaggio in SudamericaParlare della riforma costituzionale rischia di essere ormai un'occasione per farsi spernacchiare, visto che da qui al 4 dicembre la cacofonia attorno al tema rischia di alzarsi ancora di volume in quella può essere considerata la più lunga e rumorosa campagna elettorale nella storia della Repubblica e la strategia è stata dettata da Matteo Renzi, convinto inizialmente di fare un blitz autunnale e poi, capita l'antifona, ha deciso di spostare all'ultima data buona il referendum a venti giorni dal Natale.
Certo, fare la campagna per il "sì" al referendum costituzionale, come sta facendo Renzi, da presidente del Consiglio, è assolutamente confortevole: viaggia a spese dello Stato ed organizza tutte le manifestazioni con l'apparato pubblico e riunisce nelle sue visite ufficiali non solo i suoi tifosi favorevoli ma tutti quelli che, trattandosi di una visita del Premier, devono obbligatoriamente esserci.

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