E' del tutto evidente come, allo stato attuale, il "Movimento Cinque Stelle" ruoti ancora attorno alla personalità ed alle decisioni del suo fondatore, Beppe Grillo. Il comico genovese, ormai politico, ha più volte annunciato la decisione di mettersi da parte, per far camminare con le proprie gambe il Movimento da lui fondato ben otto anni fa assieme a Gianroberto Casaleggio (oggi sostituito, dopo la sua morte, dal figlio Davide), ma poi è sempre ritornato su questa sua decisione. Lo si è visto nella recente gestione del delicato "caso Raggi", la sindaca di Roma che si è infilata in una serie di scelte assai discutibili di suoi collaboratori con conseguenze che potrebbero portarla a ricevere un'informazione di garanzia da parte della Magistratura romana. Per questo, al di là di un crescente giudizio negativo sulla sua Amministrazione (per voce anche di autorevoli esponenti romani del suo stesso Movimento), Virginia Raggi è stata (assieme ad un'inchiesta su firme false a Palermo con alcuni esponenti "grillini") la ragione per cui, rispetto alle rigide regole che prevedevano le dimissioni di chi inquisito, Grillo ha scelto un atteggiamento più soft dell'attuale sistema rigido in favore di una linea più garantista, anche se poi nel concreto par di capire che saranno lui e il suo entourage a decidere caso per caso.