May 2017

Le Primarie all'italiana

Il manifesto delle 'primarie' del PD davanti al Municipio di AostaVorrei cominciare dal fondo, pensando - come spunto di attualità - alle votazioni del Partito Democratico di queste ore, cui ovviamente non ho partecipato, com'è giusto che sia, non aderendo al partito e neppure simpatizzando, perché questa pareva essere la condizione logica per andare ai "gazebo" (parola anglo-indiana che indica una tenda da giardino e che, in fondo - per me - dice già tutto...). Mi pare che l'esito di afflusso sia stato elevato, più del previsto, ma decrescente rispetto al passato (in Valle d'Aosta è un dato chiaro e in più non conosco il dato di quanti non residenti abbiano votato qui). Va aggiunto che la vittoria di Matteo Renzi è stata chiara e senza avversari che lo potessero contrastare.

L'apologia del fascismo

Il post su 'Facebook' di Lorenzo AielloIn democrazia ognuno può pensarla come vuole, ma senza mai travalicare la legge, altrimenti si sa dove si comincia ma non dove si arriva. Ci pensavo rispetto alle ormai periodiche esibizioni di stampo fascista che tocca subire ed siamo solo purtroppo di fronte alla punta di un iceberg. Basta cercare sul Web per trovare la realtà più violenta e ben distante da quelle logiche da "bel gesto" dannunziano, scoprendo invece tutti i demoni eredi di visioni totalitarie intrise di odio e di revisionismo. Premetto - per evitare il benaltrismo - che penso lo stesso di qualunque forma di estremismo che annebbi i valori democratici.
Torno al punto: il giorno del 25 aprile ad Aosta, con evidente intento propagandistico e polemico verso la Liberazione, mascherato da pietas che è altra cosa, "Casapound" di Aosta ha deposto una corona d'alloro con il nastro tricolore e la scritta "Ai caduti della Repubblica sociale italiana" sulla tomba di Emilio Piccot "caduto della Rsi" ed "a cui è stata intitolata la brigata nera aostana", si legge su "Facebook".

La Valle d'Aosta e le cinque crisi

Il semiserio cartello comparso durante il 'Festival della marmotta' a SarreOggi sarò più schematico del solito, perché ci sono momenti in cui è necessario dire poche cose, senza troppi fronzoli, di quel che ti viene dalla pancia (dal cuore, meglio) e dalla testa (cervello, forse) in un comitato disposto che è davvero frutto di pensieri in libertà. E' un periodo nel quale è necessario tenere un profilo basso e, come diceva un illustre politico del passato, "garder la tête froide". Quel che è certo è che, riassumendo tante vicende di questi ultimi mesi, siamo di fronte al rischio che - specie dall'esterno ma anche all'interno - ci si faccia l'idea, per nulla eccentrica, di una Valle d'Aosta vittima di molteplici crisi, di cui è bene farsi carico.

Macron verso l'Eliseo

Una pausa del confronto tra la Le Pen e Macron su 'France 2'Ieri sera ho seguito l'ultimo dibattito televisivo fra i candidati all'Eliseo e devo dire che, per quanto il confronto sia sfuggito di mano ai giornalisti che lo avrebbero dovuto moderare, confido che in Francia vincerà Manuel Macron (garbato, preparato e propositivo) e che Marine Le Pen (aggressiva, sgradevole e distruttiva) al secondo turno delle Presidenziali francesi, sarà sconfitta con evidente riverbero sulle prossime Legislative.
Alle ore 20 di domenica - fedele come sono alle trasmissioni elettorali televisive di "France 2", fatte con ritmo incalzante senza il parlarsi addosso di molta televisione in Italia - conosceremo lìesito e soprattutto vedremo se, come avvenuto al primo turno, i sondaggisti centreranno il bersaglio, riprendendosi da certe figuracce del passato, prima fra tutte l'elezione imprevista di Donald Trump.

Perché Chanoux non sia un santino

Essere un mito, malgré toi, è sempre difficile. Dico "malgré toi" perché ho sempre pensato come un uomo simbolo della storia valdostana, Émile Chanoux, sposato con due figli, non avrebbe certo voluto morire per offrire ai posteri l'immagine, che invece giustamente ha, di martire della Resistenza valdostana.
I casi della vita - e la ferocia dell'epoca nazifascista, che lo vedeva come il "pericolo pubblico numero uno" - hanno purtroppo spezzato la sua vita - non aveva ancora quarant'anni - quel fatale 18 maggio del 1944.
Data che ha segnato, come la sua scomparsa, un buco nero nella storia valdostana, perché nulla sarà più come prima ed un brivido di dolore percorse tutta la Valle.

Cornini e coccinelle

Il mio originale portafortunaUna mia amica simpatica con parte di origine campana, ma valdostanizzata del tutto, mi ha regalato un portafortuna con alcuni cornini e pure con una bella coccinella, oggetto che ha comprato nella bancarella giusta proprio a Napoli.
Anche se non sono superstizioso - se mi cade il sale non importa, idem se si rompe uno specchio, vedere un gatto nero mi fa sorridere, passo sotto una scala... - alla fine mi fa una grande simpatia aver ricevuto un regalino. Pensando a certi menagrami (non ci credo, ma qualcuno l'ho visto in azione e... mi sono impressionato!) che ci sono in giro o almeno a quelli che godono a far del male (attento al boomerang!), avere un porte-bonheur che mi dovrebbe fare del bene mi fa dire: «perché no?» Diceva Eduardo De Filippo: «Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male».

Le priorità del futuro

L'hotel 'San Domenico', sede del 'G7' di TaorminaA fine mese - e non ha inciso poco sulla politica italiana nell'allontanare le possibili elezioni post referendum - ci sarà il "G7" a Taormina, dove tra l'altro l'organizzazione dell'evento pare piena di magagne ed ormai con la manifesta ostilità degli operatori turistici locali. "G7", lo ricordo, sta per "Gruppo dei Sette", cioè i sette Paesi con la ricchezza nazionale netta più grande al mondo, almeno una volta era di certo così. Nato nel 1975, venne formalizzato nel 1986, quando il Canada aderì al precedente "Gruppo dei Sei" composto da Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d'America. Anche il rappresentante dell'Unione Europea ed il presidente del "Fmi" sono sempre presenti agli incontri.

Una legge elettorale per il Consiglio Valle

L'ingresso dell'aula del Consiglio ValleSi discute di legge elettorale in Valle d'Aosta di questi tempi e la ragione è nota: la legge del 2007 ancora in vigore, che aveva funzionato nelle elezioni del 2008, non ha invece dato un buon esito nel 2013, creando una sorta di pareggio fra gli schieramenti alleati prima del voto. Accordi preventivi poi nei fatti disattesi nel corso della Legislatura, non rispettando così la volontà degli elettori. E questo, comunque si giri attorno al problema, non è mai positivo, anche se chi lo ha fatto già avuto - in certi casi - le migliori intenzioni.
Anzitutto un po' di storia pregressa: le prime elezioni del Consiglio Valle avvennero il 24 aprile 1949 con un sistema elettorale che venne molto criticato prima e dopo il voto. Si trattava di un sistema maggioritario strong, con l'ottanta per cento dei 35 seggi destinati alla lista vincente e il restante venti per cento alla seconda lista; per gli altri nessuna rappresentanza. Il meccanismo stabilito consentiva inoltre il cosiddetto "panachage" tra le liste, ovvero la possibilità per l'elettore di dare la preferenza a candidati anche di schieramenti opposti.

Con Macron aria nuova all'Eliseo

Emmanuel Macron, nuovo Presidente della FranciaEmmanuel Macron, come una stella brillante d'improvviso, visto che solo tre anni fa non era sulla ribalta, scompagina a 39 anni di età ogni logica preesistente della Quinta Repubblica e conquista l'Eliseo con un risultato molto netto, ma con un tasso di astensionismo - un francese su quattro non ha votato - su cui riflettere e vanno aggiunte anche le schede bianche e nulle! Il risultato di Marine Le Pen è inferiore alle attese, anche se comparato a quello del papà (il doppio dei voti dell'ormai parente serpente...) potrà consolarla, ma si tratta - giri come la si rigiri, secondo le tifoserie avverse - di una sua sconfitta, visto che aveva corso pensando di farcela. Poi c'è chi lo vede come un punto di partenza verso successi futuri nelle prossime Legislative e chi, come me, ritiene invece sia un passaggio che segna un declino inevitabile per il Front National, perché il doppio turno sarà implacabile.

Festa dell'Europa con speranza

Robert SchumanOggi sarebbe la "Festa dell'Europa", ma è facile constatare - per questo uso il condizionale - un'inquietante amnesia e niente che assomigli a veri festeggiamenti. A conferma, purtroppo, che attorno alle tematiche europee, in assenza generalizzata di semplici rudimenti sul funzionamento dell'Unione, c'è una nebbia fitta in ampia parte dell'opinione pubblica italiana e purtroppo anche valdostana, per quanto ci sarebbero radici profonde da evocare per la nostra Valle. Invece in questi anni, da parte di chi se ne dovrebbe occupare, si organizzano perlopiù per la ricorrenza giochini per bambini.
Per altro non è colpa del singolo cittadino, che sa o quello che gli viene insegnato o quanto gli può capitare di leggere per apprendere. In Italia, invece, esiste una mancanza di conoscenza, rinvenibile quasi dappertutto e chi ha avuto, per studi e per lavoro, a che fare con l'integrazione europea e i suoi meccanismi di funzionamento, finendo per diventarne obtorto collo un discreto esperto, rischia di essere considerato una mosca bianca.

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