November 2017

Un singolare Tour delle Alpi

La copertina del libro sulle Alpi di Stephen O'SheaNon è un certo un mistero il mio interesse per una visione strutturata della dimensione alpina, nata tanti anni fa, sin dalla lettura dell'opera massiccia curata dal grande Paul Guichonnet con il fondamentale "Histoire et Civilisations des Alpes", che risale al 1980. Ma sia chiaro che i valdostani hanno detto la loro sin dal decennio 1930-1940, quando Joseph Bréan ed Émile Chanoux spiccavano con i loro scritti dalla forte connotazione europeista, che ponevano le Alpi in una prospettiva futura di centralità nel Vecchio Continente. In epoca di totalitarismi, una visione grandiosa.
Su questo filone, con un vago scetticismo di parte della politica locale, ho sviluppato il mio lavoro di tessitura di rapporti e di riflessioni sulle Alpi, che oggi vedo culminare nella realizzazione, cui ho compartecipato fin dal debutto della Macroregione alpina, anche sulla base dell'esperienza della precedente partecipazione alla "Convenzione Alpina" e di altre attività complementari (penso alla sentieristica nota come "Via Alpina").

I morti come le stelle

Uno scorcio dell'area megalitica di 'Saint-Martin de Corléans ad Aosta«Possiamo ancora vedere la luce di stelle che non esistono più da secoli. Così ancora ti riempie e folgora il ricordo di qualcuno che hai amato per poi vederlo andar via».
Così Khalil Gibran si occupava delle persone scomparse, cui è tradizionalmente dedicata la giornata odierna. La trovo una frase molto bella: al di là di chi potrà lasciare una traccia nella Storia per quello che ha fatto, è importante che il ricordo di chi non c'è più sua occasione per fare tornare le persone che ci hanno lasciato in mezzo a noi. Per cui - con franchezza - bisognerebbe smettere in certe celebrazioni, come quella odierna, la sola veste luttuosa, che pure ci sta, e poter evocare alla nostra memoria quanto di bello ci hanno lasciato, ammesso che la memoria sia positiva è non cupa.

Poveri curdi

Le orgogliose soldatesse curdeMi piace talvolta rappresentare, perché per altro è una cosa che mi convince davvero, la necessaria visione del mondo che i valdostani dovrebbero sviluppare attraverso un gesto semplicissimo come gettare un sasso nello stagno, che suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie. So bene che questo gesto ha in realtà un significato più corrente e cioè quello di creare scompiglio in una situazione tranquilla, dando avvio a una lunga serie di eventi, provocando reazioni e conseguenze a catena che altrimenti non si sarebbero avute.
A me quel che interessa, invece, è l'idea che non ci debba limitare al proprio cerchio, ma si debba avere consapevolezza degli altri cerchi più larghi.

Lo stop al Traforo del Gran San Bernardo

Omar Vittone, presidente dimissionario della 'Sitrasb'La chiusura del Traforo del Gran San Bernardo, che dovrebbe durare ancora un mesetto in assenza di un'alternativa di percorrenza con l'avvenuta chiusura invernale dello storico colle, è certo un danno per il turismo valdostano. Si ferma il passaggio degli elvetici dal "franco pesante", che scendevano in Valle per spendere, visti i vantaggi del cambio con l'euro e le conseguenze negative per le attività commerciali su entrambi i versanti derivano anche dal blocco forzato del flusso in transito su più lunghe distanze.
Ci sono ora alcuni altri aspetti da illuminare sugli eventi. Il primo è comprendere a fondo la dinamica dei fatti scatenanti e l'eventuale sottostima dell'obsolescenza della struttura della soletta del tunnel (costruita con tecniche diverse sulla parte svizzera) e delle possibili conseguenze sul manufatto della costruzione dei lavori in corso nel vicino tunnel di sicurezza, ormai obbligatorio per adempiere alle direttive comunitarie sulla sicurezza dopo il rogo del Monte Bianco.

Dove andrà lo Stato?

Il filosofo Carlo LottieriCi sono temi epocali di cui è difficile parlare. Ho sempre avuto il pallino di riflettere, anche se potrà sembrare banale, su quanto sia difficile, quando si è dentro la Storia, capire dove si vada a finire. Oggi, lette le cronache e le ricostruzioni sui libri a mente fredda e con il necessario distacco, appaiono evidenti certi destini e si gioca spesso sul discorso causa-effetto, come se ci fossero dei meccanismi ben oliati che portino in una certa direzione piuttosto che in un'altra. Mentre, invece, le variabili sono tante e derivanti talvolta da aspetti apparentemente impercettibili. Tanto che è nata, sul modello di "Utopia", la parola "Ucronia" e cioè la ricostruzione immaginaria di un periodo o di un evento sulla base di dati ipotetici o fittizi.

Stoppare per capire la quotazione di "Cva"

Un momento dell'incontro, con Elso Gerandin, il sottoscritto e Fabio CappaHo contribuito a far nascere e ho seguito nel tempo i fatti riguardanti "Cva - Compagnie Valdôtaine des Eaux". Ricordo la prima volta in "Finaosta" in cui parlai della questione con un funzionario, poi asceso ad alti livelli proprio in quella società, che si dimostrò - si vede che non conosceva neanche i fondamentali dell'ordinamento valdostano - del tutto ignaro della tematica acqua e idroelettrico come trattata nello Statuto Speciale. Comunque sia, l'acquisizione del patrimonio "Enel" in Valle fu una scelta giusta per la comunità valdostana e la sua centralità nell'economia valdostana è evidente.
Ora al centro della scena purtroppo ci sono anche errori compiuti su cui la Magistratura sta facendo il suo dovere. Mentre la società, sorda alle preoccupazioni serie sull'operazione, viaggia a tutto vapore verso la quotazione in Borsa.
Operazione che non demonizzo perché non è una privatizzazione, ma che appare in questa fase piena di incognite e poco discussa per com'è impostata, con alcune opacità e con un quadro giuridico che riguarda la legislazione nella triangolazione fra "Aosta - Roma - Bruxelles" poco chiaro che pesa, ad esempio sulla valutazione di "Cva", anche in prospettiva della gara per la scadenza delle centrali elettriche del 2029 (ma nel 2024 la gara dovrà essere bandita). Incide poi la data del 2047, quando scadrà per la Valle d'Aosta la proprietà di 99 anni, pur rinnovabile, delle acque, che si incrocia con la concessione - presumibilmente trentennale - delle grandi derivazioni che alimentano le centrali.
Sarebbe bene avere chiarezza, certezze e onestà di intenti nei piani di sviluppo - che come noti sembrano bozze più che certezze - per questa nostra società fiore all'occhiello, perché non appassisca e sappia davvero affrontare le trasformazioni del mercato elettrico.
"Mouv'" ne ha parlato venerdì scorso in un incontro pubblico ad Aosta assai partecipato e qui propongo la registrazione del mio intervento.
Chi voglia farlo - in attesa che il mio nuovo Sito riapra qui più facilmente le discussioni - potrà scrivermi a lcaveri@gmail.com.

Il voto e il "non voto" in Sicilia

Il nuovo governatore siciliano, Nello MusumeciHo scritto tante volte dell'invidia che un valdostano dovrebbe provare nei confronti dello Statuto della Regione Siciliana, che ha tratti - per molti versi inespressi - di un'Autonomia senza eguali nella sua vastità, anche se rapportata allo Statuto valdostano. Ma appunto molto è rimasto sulla carta, perché si sono preferite altre strade e il palcoscenico di Roma è sempre stato considerato da grandi personalità isolane come più importante che interpretare il proprio autogoverno.
Ci pensavo rispetto all'esito del voto - attesissimo come non mai in vista delle Politiche per un parallelismo dubbio - che oggi sono noti, dopo la fine della terribile lentezza dello scrutinio dei voti e dopo intere serate costruite sugli "exit poll", con il rischio di discutere di esiti incerti.
Vince ma non stravince il centrodestra, in una confusione di alleanze che fa impressione. Perde il Partito Democratico ed il resto della Sinistra e ci si chiede se Matteo Renzi continuerà a far finta di niente.

Il mercato elettrico fra Italia e Francia

Ascolto talvolta, su "Radio Radicale", Michele Governatori, che - da biografia sul suo sito "Derrick energia" - si occupa professionalmente di energia dal 1998.
Ha lavorato in "Eni", "Edison", "Acquirente Unico", "Egl" (oggi "Axpo") dopo essersi laureato in Economia politica all'Università "Bocconi" nel 1996 e poi specializzato in energia presso la "Scuola superiore Enrico Mattei".
Per un valdostano, che si interessi al destino del nostro idroelettrico - grande ricchezza autoprodotta - capire qualcosa del complicatissimo mercato energetico con una visione "laica" e non venata dagli interessi, come quelli che ormai portano il metano nelle nostre vallate o impianti di cippato di grandi dimensioni con legno di provenienza dal Centro Europa e non dai nostri boschi.
In un suo recente articolo, in cui confronta la stagione scorsa con quella attuale, accende un faro (la luce!) molto interessante sui rapporti energetici fra Italia e Francia, che in parte ci riguarda per l'enorme elettrodotto costruito molti anni fa sulle montagne valdostane.

Renzi - Berlusconi: destini incrociati

Matteo Renzi con Fabrizio Micari, candidato del PD alla Presidenza della Regione SicilianaContinuano i commenti e le interpretazioni sul voto in Sicilia, direi persino con spazi eccessivi rispetto al necessario, ma che forse dovrebbero far capire agli anti-regionalisti incalliti ed oggi di gran moda che la Repubblica è fondata in Italia su una logica di aggregazione, che mal si adatta a visioni "nazionalistiche".
Sarà anche per una questione anagrafica - lo devo ammettere - ma a me questa storia della "rottamazione" inventata dal giovane (anni 42...) Matteo Renzi non ha mai convinto. Anzitutto perché dal punto di vista lessicale la parola è orrenda, poi perché la parabola finale cui si sta assistendo è che il rottamatore per eccellenza - salvo capriole dell'ultima ora - si troverà rottamato, come da profezia di Eugenio Scalfari domenica scorsa, perché se non capirà per tempo l'antifona di una Sinistra unita - facendo il dovuto passo indietro - dovrà chiudersi nel buen retiro del suo paese, Pontassieve.

Il primo dovere del politico

Il palazzo della 'Finaosta' ed il Tribunale di AostaE' sempre molto difficile applicare la filosofia della politica ed i suoi ragionamenti ai fatti concreti della cronaca giudiziaria, che sembra essere una delle dominanti di questa epoca, in cui la Giustizia svetta fra i poteri dello Stato, come scelta propria e come conseguenza dell'indebolimento degli altri poteri. Tuttavia i fatti di queste ore in Valle d'Aosta, così come alcuni del passato più o meno recente, ma anche i boatos di possibili novità ulteriori su altri filoni d'inchiesta, obbligano a ragionamenti che non sono per nulla astratti, ma marcano una serie di confini su cui è bene interrogarsi. Non è per atteggiarsi ad intellettuali, ma è per trovare delle stampelle che ci aiutino a camminare su di un terreno sconnesso, che tra l'altro parte sempre dall'assunto della presunzione d'innocenza fino a sentenza definitiva. Anche se ben sappiamo che quando le vicende giudiziarie toccano politici ci sono oggi meccanismi di sospensione che in certi casi agiscono prima di finire in Cassazione.

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