March 2018

Gli ammonimenti della Storia

Angelo PanebiancoScrivo di politica ancora oggi: da domani sino a lunedì - ad esiti noti - taccio e non solo per rispetto del silenzio elettorale (che sarà clamorosamente violato sui "social"), ma perché condivido la stanchezza diffusa per questa campagna elettorale sbilenca e stracciona che si è svolta in Italia. Dove tutti - siamo al ridicolo - si sono resi conto che il "Rosatellum bis", che eleggerà un Parlamento assai probabilmente senza maggioranze, fa pena e tutto sarebbe stato ancora peggiore se fosse passata la sciagurata riforma Renzi della Costituzione, che oggi sarebbe il meraviglioso terreno di coltura - fra scelta monocamerale e centralismo arcigno - di una possibile svolta autoritaria.
In Valle d'Aosta, per la prima volta negli ultimi trent'anni, ho seguito la campagna elettorale senza ruoli da candidato o da addetto ai lavori. Mi pare che regni una cupa indifferenza ed è di difficile lettura dove porterà quel misto di "scatole piene" e di distacco crescente fra cittadini e politica. Pare che questo anche da noi importi poco: basta darsi una bella imbiancata fatta di società civile, nuovismo, slogan suggestivi, mentre la questione è più di sostanza.

Elogio del freddo

Il gelo che, ad Aosta, si è concentrato su un 'suv'Parlare del meteo (che è maschile, lo precisa il dizionario) è grandemente cambiato nel tempo. Ricordo amici montanari che dalle condizioni di certe montagne della loro zona sapevano vaticinare con una qual certa sicurezza sul cambio del tempo nel corso della giornata e si rifacevano ad antichi motti in patois, quando dal tempo dipendeva - solo per fare un esempio - il lavoro in un mondo rurale che viveva di quello. Idem nel porto di Oneglia un pescatore, che poi in verità era medico, che snocciolava nel suo dialetto vecchi proverbi che spiegavano le conseguenze del cambio del vento, un tempo indispensabile per la navigazione, e ricordo come una gioia essere piazzato, da bambino, al centro di una rosa dei venti con il dito bagnato per capire da dove soffiasse il vento del momento.
Oggi abbiamo tutti le "app" delle previsioni, per cui i confronti standard sulle condizioni del tempo presenti e future non avviene più attraverso la saggezza popolare ma sulla base dei rispetti siti di previsione cui si è affezionati.

La parete mobile della moralità

Dopo le elezioni Politiche, per fortuna sulla dirittura d'arrivo, ci saranno le elezioni Regionali e per la Valle d'Aosta questo significa niente altro che una lunga campagna elettorale in apnea, che diventa sfibrante per chi la fa e per chi - coi chiari di luna che ci sono - la subisce.
Perché sia chiaro che esiste una fatica diffusa in quella che un tempo si chiamava opinione pubblica. Io stesso confesso che guardando certe trasmissioni televisive mi sono venute crisi alla Hulk e lo stesso vale per certi comizi locali con dichiarazioni degne dei paradossi di "Alice nel Paese delle Meraviglie".
Avete presente? «Non credere mai di essere altro che ciò che potrebbe sembrare ad altri che ciò che eri o avresti potuto essere non fosse altro che ciò che sei stata che sarebbe sembrato loro essere altro».
Chiaro?

Io domani voterò

Domenica si votaNon parlerò in questa oasi di pace del silenzio elettorale della vigilia di elezioni politiche, ma una riflessione sulle Istituzioni democratiche, a chiusura di una campagna elettorale come quella che c'è stata in Italia, vale la pena di farla, volando a quote elevate senza scendere nei particolari. E una parte dei ragionamenti valgono anche per la Valle d'Aosta, dove l'attesa è significativa proprio per quel passaggio quasi immediato dalle Politiche alle Regionali. Con un meccanismo ben noto di influenza delle une con le altre, come dimostrato dalla storia politica della Valle e fa sorridere che ci sia ancora qualcuno che fa finta di niente su questa evidente liason.
La prima riflessione, che nessuno se ne abbia a male, è una crescente ignoranza sui meccanismi democratici. Si dice che è gran colpa della scuola, dove la vecchia "educazione civica" - già zoppicante ai miei tempi, quando non si aveva l'insegnante "giusto" - non ha avuto sviluppi veri.

Connettersi alla vita

Il famigerato 'cavo di rete'Il rovello si sta lentamente trasformando, perché per fortuna i temi evolvono e proprio per essere fedeli al proprio modo di pensare non bisogna mai intestardirsi su immutabili posizioni su singoli problemi, ma bisogna essere plastici e indagatori.
Così per tanti anni il tema della connessione - nel senso del collegamento di un dispositivo con Internet - è stato al centro delle mia attenzione. Non che la questione sia diventata del tutto secondaria: nella montagnosa Valle d'Aosta esistono vaste zone scoperte da un servizio dignitoso in barba ai roboanti annunci dei fornitori di servizi. La fibra ottica - che poi bisogna capire quali servizi verranno offerti con questa tecnologia - pare essere stata largamente estesa, ma a me, utente finale, ancora sfugge l'esatto vantaggio degli investimenti cospicui.

Risveglio elettorale

Le schede elettorali delle politichePer queste Politiche, i cui esiti creano un bel rebus per le maggioranze parlamentari in vista di un Governo a Roma, non ho seguito la maratona elettorale: la scelta di chiudere le urne alle 23 e scrutinare nella notte mi ha convinto a mettermi nel letto a dormire e l'ho fatto con grande serenità. Trovavo in più insopportabile pensare di star sveglio per seguire le dirette televisive dedicate ai risultati nazionali, basate sugli "exit poll" per ore per via degli endemici e sempre peggiorati ritardi nell'arrivo dei dati. Con quelle discussioni oziose sulla probabile ingovernabilità, che pareva per altro assodata da alcuni rilevamenti - un'autentica "Caporetto" - che qualche amico mi mandava dalle ultimasse delle società demoscopiche.
Dunque non ho neanche avuto la possibilità di dire «sogno o son desto?».

Attenti allo sberleffo

Sberleffi antichi...Mi sarebbe piaciuto scrivere una bella articolessa sulle elezioni Politiche in Italia. Ma, messomi alla tastiera, le dita si sono rifiutate di muoversi, paralizzandosi. Come capita quando devi attraversare un cortile senza ombrello sotto un acquazzone tropicale, mi sono fermato al riparo a pensare e ad aspettare quando finalmente spioverà nella confusione delle mie idee. Sinora l'unico sentimento che spicca è la preoccupazione per quel che verrà. Nessuno difende l'indifendibile della politica italiana, ma se a qualcosa serve questa mia capigliatura ingrigita sta nel fatto che davvero non c'è limite al peggio e il pozzo talvolta è senza fondo, precipitevolissimevolmente.
Così mi rifugio dell'enclave valdostana o presunta tale, che credo o forse credevo di conoscere bene, ma l'impressione è che ormai la proverbiale differenza politica sembra destinata a finire sotto terra in un processo di omogeneizzazione di cui ci sono tante responsabilità, specie interne e non imposte da fuori.

Quella par condicio vale solo per i "piccoli"

Attenzione ai pifferai magiciNulla è semplice nell'analisi delle vicende politiche: è interessante come lo stesso fenomeno venga visto, specie nel dopo voto, in maniera molto diversa. Trionfa - specie nella logica di mai dimettersi a fronte di sconfitte cocenti - un certo giustificazionismo: troppo spesso non si ha il coraggio di ammettere débâcle ed errori e questo comporta - e non ce ne sarebbe davvero bisogno - un ulteriore solco fra politica e cittadinanza. Questo solco, fattosi fossato, finisce per falsare ogni visione e si rotola alla fine da parte di chi ragiona "di pancia" o seguendo slogan suggestivi ma vuoti nel populismo becero, che dà fuoco a tutto, come se le ceneri fossero un elemento consolatorio e purificatore.
Così nasce la tentazione di inseguire il pifferaio magico di turno, che - spesso senza alcuna buona ragione dalla sua - promette mari e monti e chi è schifato e chiede discontinuità viene imbarcato - in assoluta buona fede da parte sua - in un'avventura senza destinazione. Peggio ancora quando si finge di voler davvero condividere una speranza.

L'inatteso messaggio in bottiglia

Il primo Consiglio ValleLa notizia non è ancora stata resa nota, ma lascia davvero senza fiato. L'altro giorno, in occasione di alcuni scavi nei giardini antistanti la stazione ferroviaria - di recente intitolati al grande sardista Emilio Lussu, che fu relatore alla Costituente del nostro Statuto d'Autonomia - è stata rinvenuta una bottiglia senza particolari etichette, ma dall'aspetto sicuramente datato. Pareva essere stata sepolta molto tempo prima e conteneva, a prima vista, qualche cosa al proprio interno. Un foglio arrotolato è stato tratto dall'operaio che aveva toccato con la vanga questo oggetto sotterrato.
E' stato l'impresario incaricato dei lavori a pensare di chiamare qualcuno del vicino Archivio storico della Regione: che fossero loro a dare un'occhiata a quella cosa.
Insomma, a farla breve si trattava, fatto piuttosto bizzarro, di un messaggio in bottiglia, che al posto di essere gettato nel mare - che da noi non c'è - era stato sepolto da qualcuno con la speranza che un giorno sarebbe stato ritrovato.

"L'Orologio di Milano" e la Giustizia

Un orologio rivisto...Ce l'avete presente il gioco da bambini chiamato "L'orologio di Milano fa tic tac"? Si traccia una linea ideale ad una certa distanza dietro la quale si allineano i giocatori. Chi fa "l'orologio" si mette con la schiena rivolta ai compagni e, il più velocemente possibile, reciterà la frase: «l'orologio di Milano fa tic tac...», al termine si gira verso i compagni, constatando la loro immobilità o no. I bambini dovranno cercare di arrivare a toccare chi "sta sotto" alle prese con la recitazione della tiritera. Chi verrà sorpreso in movimento dovrà retrocedere al punto di partenza. Il bambino che prima toccherà il muro nella mano diventerà… "l'orologio".

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