Osservare la politica italiana è talvolta più facile che commentarla. Mettete insieme gli spezzoni del post elezioni e ritroverete tutte le ragioni di un Paese in cui l'ingovernabilità si perpetra e sembra che ci sia un gioco di pazienza per avere leggi elettorali che rendano impossibili delle maggioranze.
La Democrazia italiana è una creatura fragile ed esangue, che va avanti per inerzia anche quando a Palazzo Chigi si è in regime di prorogatio e sembra che tutto proceda egualmente, ma chi, come me, ha vissuto quelle Istituzioni romane sa che non è così e le mille emergenze irrisolte affioreranno con drammaticità.
Scriveva ieri su "La Repubblica" Francesco Merlo, in vista delle consultazioni del Presidente Sergio Mattarella della settimana prossima, ultima spiaggia in vista di un Governo transitorio senza voti certi: «E' #andiamoagovernare l'hashtag di disperazione di Matteo Salvini. Come se in questi lunghi sessanta giorni non fosse accaduto nulla, il capitano leghista fa ancora finta di avere vinto. Con più logica, dall'altra parte torna il "vaffa", ma anche questo di disperazione perché è un vaffa allargato, per la prima volta, allo stesso Luigi Di Maio che, secondo la bile social dei grillini, è stato "disastroso", "un falso rivoluzionario" e "un falso statista" che "ha svenduto il Movimento al sistema"».