Il mio intervento integrale, "a braccio", in Senato, che potete vedere anche qui, in qualità di capo della delegazione italiana al "Comitato delle Regioni", in occasione della cerimonia "A 40 anni dalla prima elezione dei Consigli delle regioni a statuto ordinario: sistema delle autonomie e riforma del Parlamento" che si è svolta a Palazzo Madama alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del presidente del Senato Renato Schifani, del presidente della "Conferenza dei residenti delle Regioni", Vasco Errani, del rappresentante della "Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative regionali", Nazario Pagano, e del Ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto.
Dover spiegare che il Fascismo è stata uno schifezza dovrebbe essere il minimo sindacale. Invece, di tanto in tanto, spunta qualcuno di Fratelli d’Italia (che già fa ridere come sigla politica) che con accenni o battutine racconta di questa nostalgia canaglia che certi camerati mantengono viva. Specie ora che hanno scalato le vette del potere e non devo più nascondere da dove vengono.
Il senso delle Istituzioni viene così tradito da antiche militanze in gruppi neofascisti che risalgono in superficie. Gli italiani - pronti a innamorarsi di chiunque in politica - hanno consentito a chi guarda al Ventennio con intento assolutorio di ricoprire ruoli chiave e ne subiranno le conseguenze con gaffes quotidiane che sono campanelli d’allarme che ci ridicolizzano in Europa.
Le conseguenze sono il revisionismo storico e il negazionismo di diverso spessore, che incidono su di un Paese che conosce poco la Storia con la complicità di certa Sinistra estrema che vuole goffamente intestarsi la Resistenza per propri fini, quando invece è un patrimonio comune che ha fondato la Repubblica e scritto la Costituzione.
Ci vorrebbe buonsenso, ma gli amanti degli slogan sono pericolosi e spesso ignoranti e attentano a valori democratici che dovrebbero essere l’assoluta e condivisa normalità.