Un fantasma in Europa

mano_che_vota.jpgUn fantasma si aggira per l'Europa: l'astensionismo per le elezioni europee. Dopo trent'anni di elezioni democratiche, giunti alla settima elezione, dovunque il dibattito è fiacco e la percezione di uno spazio politico europeo insufficiente.
Chi, come me, ha vissuto il lavoro del Parlamento europeo e oggi ha un osservatorio privilegiato nel Comitato delle Regioni può dolersene e ritenerlo ingiusto, ma ciò non modifica la realtà di un'Europa che resta distante dai cittadini.
In Italia poi i temi europeistici di rilievo sono ancora più distanti per il prevalente interesse verso la politica nazionale, mentre in Valle d'Aosta, malgrado il crescente numero di candidati segno di divisione quando ci vorrebbe coesione, la totale assenza dei media per volontà o per mancanza di spazi di confronto obbliga a ricorrere solo ai comizi dove i politici parlano a militanti già convinti, tipo allenamento di una squadra di calcio o messa cantata per i fedeli.

Commenti

Perle ai maiali

Forse il titolo del mio post è un po' duro, però i cittadini che disprezzano il momento elettorale non godono della mia simpatia.
Ho troppo rispetto per chi ha combattuto la dittatura (esercito del Regno, forze alleate, Partigiani, parroci, eccetera) per concedere indulgenti giustificazioni a chi sputa veleno sulla classe politica e poi diserta le urne.
Alla fermata dell'autobus pochi giorni fa ho sentito una signora (di evidente modesta istruzione) dire ad una amica: «fanno schifo, tutti porci sono» , mentre osservava alcuni politici locali imboccare via Charrey per una riunione.
Le consultazioni europee sono un po' più disprezzate delle altre ma il fenomeno del rifiuto è generalizzato (si vedano gli esiti degli ultimi referendum).
Non concepisco che una persona insoddisfatta di una classe politica quando ha la possibilità di cambiarla se ne disinteressi, capisci?
E se invece la gradisse non capirei il perché di non rinnovarle la fiducia.
Guardiamo queste elezioni europee.
Se ci si trova in sintonia con le forze che hanno espresso Aurelio Marguerettaz e non si ha schifo del patto con il PdL è evidente che si deve andare a votare per aiutare il buon Aurelio ad andare a Strasburgo.
In caso si sposasse la causa autonomista ma non si digerisse il patto col PdL, Roberto Louvin sarebbe un ottimo candidato su cui riversare i consensi.
Se si ha in odio il capitalismo... se si crede nella sinistra libertaria... se si è razzisti... se non lo si è... eccetera... c'è comunque una vasta gamma di opzioni per esprimersi.
Ciò che non ha senso è disertare i seggi, e non solo per un elitario senso del dovere ma anche, e soprattutto, perché chi non partecipa alla vita ed ai riti della democrazia ne diventa automaticamente il boia.
Chi non vota è come se dicesse: «decidano pure per me!»
Salvo poi ritrovarsi davanti al bancone del bar a sputare su chi, di volta in volta, si trova a sedere la dove si prendono le decisioni.
No, non riesco proprio a portare loro rispetto.

Bisogna, ma capisco...

Bisogna votare! Anche per i motivi di cui dite bene sopra.
Ma è chiaro che per come sono strutturate oggi, le elezioni europee sono comunque distanti dai cittadini, come d'altronde anche le stesse istituzioni. La distanza non permette il coinvolgimento diretto e quindi la gente tende a disertare le urne.
L'Europa è quella cosa la che ogni tanto da dei soldi a qualche istituzione (meno di quanti ne riceve dallo Stato Italiano - ma di solito sono meglio investiti essendoci regole migliori). In Valle poi, in cui il candidato non ha molte possibilità, addio.
Quindi il voto europeo ha soprattutto una valenza politica e partitica e pertanto la gente non infervorata ed appassionata non ha interesse. In Valle l'influenza delle "regionali" è forte, per le ricadute dirette che la Regione è capace di favorire sui cittadini, in altre regioni c'è molto più disinteresse verso le "provinciali" e "regionali".
C'è comunque un rapporto ben preciso tra l'andare a votare e l'influenza che il votato può causare nell'elettore: se questa manca aumenta il disinteresse.

Confronto pubblico...

Condivido la lettera di alcuni cittadini, pubblicata nelle pagine locali di un importante quotidiano che lamentano la scarsa attenzione generale all’Europa e che sollecitano un confronto pubblico fra i due candidati antagonisti valdostani Aurelio Marguerettaz e Roberto Louvin.
Un confronto potrebbe in qualche modo risvegliare l'attenzione dei valdostani e sarebbe utile ad entrambe.

A dire il vero...

pur essendo d'accordo con il confronto pubblico, segnalo che i proponenti sono supporter di Louvin e dunque avrebbero dovuto chiarire che la loro non era una proposta neutra, ma - in termini ottocenteschi - una proposta di duello!

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