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29 dic 2009

La riforma V

di Luciano Caveri

ll giorno del voto sull'abrogazione del Natale era arrivato. I parlamentari, bevuto un caffettino alla "Tazza d'oro", sciamavano verso l'ingresso principale, trattenendosi poi a leggere i giornali nell'apposita sala. I quotidiani sparsi sui tavoli davano conto del clima: la fine del Natale era per tutti il titolo principale. In Italia non si parlava d'altro. Il Papa aveva protestato, ma l'astuto presidente del Consiglio Bersasconi aveva rassicurato Benedetto XX sul raddoppio dell'otto per mille alla Chiesa cattolica. Per altro, un addendo al "Concordato" avrebbe in parte "riciclato" il Natale chiamandolo "Natalità" ma fissandolo direttamente in agosto per evitare i rigori invernali e spogliandolo dagli elementi pauperistici della nascita di Gesù, evitando tra l'altro il crescente imbarazzo sul fatto che fosse avvenuta in Palestina. Mentre i lavori alla Camera stavano riprendendo, i servizi di sicurezza allertano la Presidenza della Camera di un curioso fenomeno che si stava producendo. Lungo le strade di accesso al centro di Roma, si ammassavano in un gioioso e multicolore corteo migliaia e migliaia di bambini, un'autentica fiumana che pareva intenzionata a dirigersi verso piazza Montecitorio. Un elicottero della polizia controllava dall'alto questa strana manifestazione. I bambini scandivano slogan del genere «Vogliamo il Natale» o «Ora e sempre Natale» o ancora «Giù le mani da Gesù Bambino» o «Babbo Natale Santo subito». Il Ministro dell'Interno Torrone e quello della Difesa La Puzza si consultarono con il Presidente del Consiglio. Mentre si discuteva il da farsi, i bambini avevano ormai attorniato Montecitorio da tutte le parti. Quando il Governo decise l'intervento dell'Esercito, mi sono svegliato.

Finisce qui il mio raccontino: Buon Natale!

(5 - fine)