L'elementare rispetto per il viaggiatore

Treni pronti sui binari ad AostaChe in Italia ci sia un'emergenza ferrovia è indubbio e nessuno discute le ragioni storiche che portano ai problemi attuali, per così dire storicizzati e non risolvibili a breve. Il Piemonte, che ha da anni le competenze sull'esercizio, grida contro "Trenitalia", annunciando un appalto aperto anche ad altre società e paiono profilarsi dei privati seri. Un antidoto contro un crescente e talvolta crudele abbassamento di qualità del servizio.
Se Torino piange, Aosta non ride. Anzi! Treni soppressi, biglietterie chiuse o macchinette non funzionanti, un'evidente sciatteria generale. Minacciare non serve, finanziare - temo - neppure.
D'altra parte anche il core businnes dell'alta capacità zoppica e dunque figurarsi i treni locali. Tra qualche tempo anche la Valle potrà fare un appalto e chissà che, con la limitatezza tecnologica della linea che impone i suoi ritmi, non ci potrà essere qualche novità positiva. Non si tratta di fare voli pindarici, ma pretendere un elementare rispetto per il viaggiatore.

Commenti

Ridiamoci su...

a dicembre decidiamo di andare a Milano con la famiglia per una visita al "Museo della Scienza".
I pupi, a gran voce, reclamano un viaggio in treno: acconsentiamo e ci troviamo alle sette alla stazione di Pont-Saint-Martin a litigare con un'obliteratrice che non fa il suo mestiere. Non mi preoccupo, impugno una penna e, diligente, scrivo nell'apposito spazio data, ora e stazione di partenza.
Sul treno un ingrugnito controllore esordisce con un: «E che è questo?» L'assist era buono e ho fatto gol: «Un biglietto ferroviario!» E lui continua garrulo: «e da quando si appuntano a mano i dati di partenza?» Allora ditelo che ci sono i rimpalli, io continuo verso la rete: «da quando le obliteratrici non funzionano, io ottempero con la penna!». In evidente emostasi barrisce un: «adesso verifico!» e se ne va.
Vengo fermato da un perentorio: «per favore, ci sono i bambini...»
Attendo e inizio a bollire... A Ivrea, non vedendolo tornare con i miei biglietti vado in sovra-pressione quando, sorridente, mi dice: «ho verificato che la macchinetta funziona ma è difettosa (sic!), bisogna introdurre il biglietto molto lentamente altrimenti non timbra...» Stupefatto, manco la palla e tiro fuori: «non ho provato solo una volta...» L'assist è buono per lui: «infatti bisogna introdurre il biglietto una sola volta e lentamente...»

Oggi...

vado in biglietteria ad Aosta per fare il "mensile" di mio figlio, appurato che in zona Châtillon - Saint-Vincent le macchinette automatiche non vanno.
Quella in stazione non va anch'essa. Vado allo sportello: mi chiedono un documento d'identità di mio figlio, che l'apparecchio automatico non chiede...
Aiuto!!!

Ho indagato...

A Chatillon-Saint-Vincent stanno per installare delle nuove obliteratrici che funzioneranno con il Dna dell'utente. Basterà sputare sulla suddetta, magari con un po' di energia (in questo modo il Dna è più rilevabile), il biglietto sarà tecnologicamente marcato dalla formula cromosomica dell'utente. In questo modo saranno sicuri, più del codice fiscale o del documento d'identità, che sia proprio tu l'intestatario del biglietto.
Da ribadire che da adesso in poi i controllori dovranno essere almeno laureati in Biologia, e che il vagone centrale sarà occupato da un laboratorio mobile per appurare eventuali contraffazioni.

Oggi...

ho fatto un viaggio Aosta-Ivrea regolare!!!

Beh...

ad essere onesti, la caffettiera è la solita da trent'anni, allo sporco ci sono abituato, sui vetri c'era tutta la condensa che serviva a dimostrare il comfort climatico, ci è voluta la solita eternità, ecc...
Ma domani potrebbe essere peggio.

Troppo divertente la vicenda...

del biglietto da inserire lentamente nell'obliteratrice! Come lo spieghiamo ad un eventuale turista straniero? "Please insert SLOWLY the ticket in the machine"?. Lo scriverei anche in giapponese, nel caso in cui alcuni turisti del Sol levante vengano a farci visita. Sapete, loro sono abituati alla precisione...

L'altro giorno, leggendo la "Vallée", ho letto dell'odissea di alcuni passeggeri che sono arrivati ad Aosta alle quattro del mattino. Il giornalista, evidentemente preoccupato di non offendere nessuno nelle alte sfere, ha subito precisato che il treno non era un "Minuetto" acquistato dalla Regione, ma uno di quei vecchi catorci che continuano a viaggiare (si fa per dire) nella nostra rete. Riguardo al "Minuetto", qualcuno mi vorrebbe spiegare com'è possibile che siano stati acquistati, presumo con soldi pubblici - quelli che trattengono a me e ai miei simili in busta paga - per servire la tratta Aosta - Pré-Saint-Didier, senza che né chi ha acquistato i treni, né chi li ha venduti, si siano accertati che il raggio di curva dei carrelli fosse adeguato alle curve di quella linea?
Quando ci si è accorti di questo difettuccio, a nessuno è venuto in mente di prendere treni, imballi originali e scontrini e andare dal fornitore per fare un "cambio merce", come facciamo noi mortali quando ci accorgiamo che le chiappe non entrano nei pantaloni?

La piscina di Pré Saint Didier! Ho letto che ci si è accorti che la struttura ha 35 anni e che è in zona sismica! La soluzione più ragionevole qual è?
Chiudere temporaneamente la struttura... La chiudiamo in primavera, dopo la stagione invernale? Noo!!! Troppo logico. La chiudiamo il 4 dicembre, a quattro giorni dall'inizio della stagione invernale.
Chi ha deciso questo? Albert Einstein?
(Fonte: "La Vallée notizie"). La Regione manda alla "Regisport" una comunicazione dicendo che dal 4 dicembre devono chiudere temporaneamente l'impianto. Nella comunicazione non vi è accenno ad una data di riapertura. Verbalmente (verbalmente!!!) qualcuno dice alla "Regisport" che in una ventina di giorni la struttura sarà ripristinata. La "Regisport", che in teoria dovrebbe campare con i biglietti di ingresso (o no?), docilmente il giorno 4 ubbidisce e fa mettere sulla porta di ingresso della piscina un cartello a pennarello con su scritto "La piscina resterà chiusa per motivi tecnici".
Il turista, magari inglese, che negli scorsi anni era stato viziato dalla possibilità di usare la piscina al termine di una giornata sugli sci, la prima sera che è in vacanza si presenterà alla piscina con ciabatte e costumino. La troverà chiusa e non capirà cosa c'è scritto nel cartello (troppo difficile scriverlo in modo un po' professionale e magari in due o tre lingue) e magari se lo farà tradurre da un passante.
La prima domanda sarà: «when will it open?». E il traduttore gli dirà: «non si sa se e quando riaprirà, ma se un giorno riaprirà, quel giorno potremo usare le nuove saune che hanno appena installato».
Il turista dirà: «are they crazy?» (sono matti?).
Le nuove saune! Chi è quella mente contorta che - presumo - con i nostri soldi compra le nuove saune per metterle in una piscina di 35 anni in zona sismica con le strutture non a norma, che non si sa se e quando verrà riaperta? La "Regisport", che prende in appalto la gestione delle piscine, non si è inca**ata con chi gli ha mandato un'ordinanza di chiusura alla vigilia della stagione invernale, senza precisare se e come riaprirà? Di cosa campano costoro? Chi paga i loro dipendenti? Qualcuno mi risponda, non capisco!

Ferrovia, piscina...

capitomboli stratosferici sui marciapiedi ghiacciati, sale sì, sale no in nome dell'ambiente. (Cogne sì, pazienza l'ambiente).
E pensare ad una campagna pubblicitaria per la Valle d'Aosta direttamente a Zelig?

Eccoci...

sulla piscina so quello che ho letto, ma se saprò di più lo scriverò.
Sui "Minuetti" la colpa è delle Ferrovie, che mai hanno prospettato problemi di questo genere.
L'alternativa era tenersi i vecchi treni...

E tenersi...

anche tutti i vecchi capistazione come il sottoscritto e manovratori e macchinisti? Almeno le stazioni funzionavano, erano pulite, aperte dal mattino alla sera ed i treni arrivavano e partivano come si deve.
Si sono voluti mandare via? Beh adesso godiamoci questo schifo di servizio con annessi e connessi.

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