Fantasia a tavola

Uno dei menu in un bistrot pariginoChiunque abbia un pochettino girato il mondo non poteva non stupirsi in passato del fatto che in Italia - e in Valle - non si potesse mangiare un pasto vero e proprio nei bar.
In Valle ho spinto a suo tempo per una ragionevole equiparazione ristorante-bar, a condizione di avere una cucina e di rispettare alcuni parametri igienico-sanitari.
Devo dire, a distanza di tempo, che la "liberalizzazione" è rimasta a mezza a strada, perché molti bar sono - a differenza dei bistrot francesi - rimasti a proposte minimali e poco fantasiose, spesso precotte, forse vittime, specie ad Aosta, della routine dei "buoni pasto" dei dipendenti regionali.
Le lodevoli eccezioni sono quelle che lavorano di fantasia, magari con una cucina del territorio che sappia strizzare, però, l'occhiolino a quei turisti che cercano un pizzico di italianità a tavola.

Commenti

La mia esperienza di Torino...

normalmente vado a consumare il pranzo in un bar.
A prima vista sembra che abbia poco o niente da masticare. In effetti i panini sono pochi e proporzionalmente non vari. Cade l'occhio sulla lista del "caldo"...
La prima volta sono rimasto senza parole, la scelta era tra: due primi, quattro secondi, sei contorni e vari dolci. Il costo per un primo, secondo contorno, acqua e caffè? Sette euro e cinquanta, dolce a parte.
Mi preme sottolineare che spadellano in cucina due persone fisse e - dicono le cuoche a gran "fiera" voce - «non sono precotti».

Tutto vero...

ma di posti dove si mangia bene e si ha un buon servizio ci sono anche da noi. Domenica scorsa sono andato a sciare a Valgrisenche, sciata fantastica con coda zero e per finire un ottimo pasto (tagliatelle ai porcini, cinghiale e polenta concia, vino e caffè) a non più di 15 euro a persona.
Il paradiso!!!

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