"Caleidoscopio" sull'alluvione
Per mia colpa, non ho sinora annunciato la ripresa per radio, ogni martedì su "Radio1" dopo la "Voix de la Vallée" negli spazi di "RaiVdA", di "Caleidoscopio".
Lo faccio volentieri per segnalare la trasmissione monografica e a copertura, raddoppiando i consueti spazi, delle due parti, nell'arco fra le 12.30 e le 14, della programmazione nel palinsesto radiofonico di martedì 12 ottobre.
Era un fatto dovuto a ricordo dell'anniversario del decennale dell’alluvione che colpì la nostra Valle nell’ottobre 2000 con vittime e gravissimi danni.
Conduttore e autore di questa edizione, di cui in parte continuo ad occuparmi anch'io, è il giornalista Christian Diémoz.
Nella trasmissione ascolterete i racconti sugli avvenimenti dell'allora Presidente della Valle, Dino Viérin, e del Vescovo di Aosta, Monsignor Giuseppe Anfossi. Saranno anche trasmessi testimonianze e brani scelti tratti dal documentario televisivo realizzato da Sonia Charles e da me, che verrà trasmesso il 19 e il 20 ottobre su "Raitre" e che lo stesso Diémoz recensirà in trasmissione, mentre la nuova collaboratrice Michela Ceccarelli racconterà dell'esposizione multimediale sull'alluvione allestita presso la "Cittadella dei giovani" ad Aosta.
Nel programma ci saranno anche i ricordi di Massimo Boccarella del Telegionale della Valle d'Aosta sull'impegno del servizio pubblico e di Eugenio Pavetto per l'emittenza radiofonica privata. Infine sentirete l'intervista due elementi (Gianluca Chamonal e Daniele Iacomini) dei "Los Bastardos", il gruppo musicale valdostano che portò il dramma fuori dai confini della Valle con un brano e un video.
Una puntata che vuole costituire, soprattutto, un contributo per il ricordo di un avvenimento storico.
- luciano's blog
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Commenti
Sabato mattina...
ero in "missione" alla Cittadella dei Giovani.
Ho portato con me mio figlio, il più giovane. Alberto ha otto anni e, a differenza di Miriam, non era ancora nato quando siamo scappati per sfuggire all'acqua. Ho voluto che fosse in quella sala per fargli vedere la mostra allestita per ricordare e imparare.
La tecnologia espositiva non può non attirarlo, ma ho fatto il papà rompi: pannello per pannello, abbiamo affrontato i vari aspetti della nostra convivenza con la natura.
E' inutile nascondersi dietro i tempi che cambiano, quando cade una frana, quando arriva la furia dell'acqua o altro che la natura irruente offre, torniamo ad essere come i nostri nonni: montanari che affrontano gli eventi.
L'evoluzione della scienza, della cultura della prevenzione, dell'emergenza ci danno solo strumenti in più rispetto al passato, solo la forza interiore dell'uomo fa la differenza. Dieci anni fa, una volta defluita l'acqua, superato lo smarrimento - non ci salutavamo neanche tra di noi del paese - ciascuno si è rimboccato le maniche e si è iniziato a lavorare.
Oggi vedo che il territorio è stato migliorato, come lo è la macchina dei soccorsi, spero nella consapevolezza delle persone perché questi eventi sono ciclici: nascondere la testa non fa evitare il problema.