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16 mar 2021

Aveva ragione Aristofane

di Luciano Caveri

Mi ha fatto schifo l'insieme di discussioni pretestuose sul vaccino al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sia quelli che hanno polemizzato sul fatto che avesse fatto il vaccino, sia al contrario quelli che hanno plaudito al Presidente che ha fatto in ospedale in mezzo ai cittadini questo vaccino. Io penso che il Capo dello Stato dovesse essere il primo ad essere vaccinato per l'importanza del suo ruolo e ciò sarebbe dovuto avvenire al Quirinale senza demagogici bagni di folla. Era doveroso farlo anche in ossequio alla sua età. Sono stufo di polemiche pretestuose di chi attacca sempre e comunque. E pure di chi gioisce che un'autorità del suo rango debba fare la coda come prova di chissà quale umiltà.

Ha scritto Claudio Cerasa, direttore de "Il Foglio": «Un fatto che naturalmente non riguarda il Capo dello Stato ma riguarda una sfumatura diversa e una precisa consapevolezza: l' idea di vivere in un Paese che dopo aver trasformato la difesa delle prerogative delle Istituzioni in difesa dei privilegi della casta è arrivato al punto di considerare doveroso che il Presidente della Repubblica si comporti come se fosse una persona come le altre. Servirebbe qualcuno disposto a dire che non è così. Qualcuno che spieghi che proteggere - anche con un vaccino - le Istituzioni che difendono la democrazia significa difendere la stessa democrazia. Qualcuno disposto a ricordare che la politica dell'uno vale uno ha contribuito in modo doloso a creare un'illusione pericolosa in base alla quale le Istituzioni degne sembrano essere quelle che si avvicinano al popolo e non quelle che provano a guidarlo. Qualcuno disposto a ricordare che una democrazia sana è anche quella che, come da celebre definizione di uno storico costituzionalista inglese di nome Erskine May, considera le prerogative di coloro che rappresentano le nostre Istituzioni non come la somma di inaccettabili privilegi ma come "la somma dei diritti di cui dispongono collettivamente gli eletti per essere in condizione di esercitare le proprie funzioni". La foto di Mattarella, mentre aspetta il turno per vaccinarsi, è dunque iconicamente bellissima. Ma un Paese costretto a considerare, anche solo per un istante, il Presidente della Repubblica come una persona come tutte le altre, e che non si accorge di questa assurdità, è un Paese che ha ancora molto lavoro da fare per sradicare fino in fondo la vecchia cultura anti casta». Non ho paura di sfidare il rischio di impopolarità e la moda di questi anni (e non a difesa di certe storture della politica), ma di quello folle di trascinare nel fango chiunque faccia politica e criticarlo qualunque cosa faccia senza alcun distinguo. Dal passato remoto di Atene ci giunge a soccorso Aristofane da "I cavalieri": «Sicuramente, o Popolo, ben grande è il tuo potere, poiché ciascun temere ti deve come un re! Però, pel naso è facile menarti; e troppo godi di chi ti liscia e abbindola; e chi discorre, l'odi a bocca aperta; ed esule va il senno tuo da te!».