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21 mag 2021

Esempio di politichese

di Luciano Caveri

Il politichese, da cui ho cercato di astrarmi nel limite del possibile e talvolta con fatica, è una lingua strana, che fa parte integrante del mondo della politica. Una sorta di gergo che imbeve in negativo e che rischia di rendere difficile il dialogo con l'opinione pubblica, proprio per il rischio di esoterismo e di autoreferenzialità (se non autocelebrazione). Il pericolo era fotografato con sintesi mirabile da Umberto Eco: «Il politichese. Messaggi in codice, destinati a collegare politico a politico, passando sulla testa dei cittadini». Invece, proprio per evitare queste fratture, bisogna cercare di essere comprensivi e limpidi. In più spuntano ogni tanto nel lessico politico delle parole che mi stupiscono e non ne riesco a scoprire la ragione. Per esempio se seguite dibattiti politici in aule parlamentari piccole o grandi o nei confronti televisivi scoprirete l'uso del termine "suggestione", inteso come "idea, proposta" o simili. Roba strana e vado a confortarmi sul dizionario "Treccani".

Così si annotano i significati veritieri: "1. Fenomeno della coscienza per cui un'idea, una convinzione, un desiderio, un comportamento sono imposti dall'esterno, da altre persone (la forma estrema è la suggestione ipnotica e post-ipnotica, esercitata da un ipnotizzatore e operante nel sonno ipnotico e dopo di esso), o anche da fatti e situazioni valutati non obiettivamente, e da impressioni e sensazioni soggettive non vagliate in modo razionale e critico: agire in stato di suggestione; una persona, un modello capace di esercitare una forte suggestione; suggestione collettiva, e in particolare suggestione della folla in tumulto, prevista come circostanza attenuante comune dal codice penale italiano". Quindi, per capirci, una brutta storia, che nella Storia ha fatto un sacco di danni, pensando all'uso strumentale dei totalitarismi e dei loro metodi di lavaggio del cervello. Questo vale anche per santoni, manipolatori, truffatori che riescono ad abbindolare i singoli. Poi c'é una seconda voce della "Treccani": "2. Con significato più generico e attenuato (vicino a quello di suggestività, fascino): sentire, subire la suggestione del paesaggio; cedere alla suggestione di una scena commovente". Questa è una suggestione buona, commovente ed emotiva, che tocca i sensi ed i sentimenti. Può capitare di caderne vittima, tipo "Sindrome di Stendhal". Ricordate come la raccontò lo scrittore francese abbacinato dalla bellezza di Firenze: «Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere». Ma grazie alla "Treccani" ho scoperto l'arcano della distorsione del significato in italiano: "3. Termine usato talora impropriamente con il significato di "suggerimento" (per influenza dell'inglese "suggestion", che ha questo come significato principale)". Ecco, insomma, come un "anglicismo" appaia con la tutta la sua veemenza, forzando la mano all'italiano. Ma come una malattia si diffonde la storpiatura.