Il mondo in carne ed ossa

Il film "The Social Network" di David Fincher, di cui ho letto le anticipazioni, disegna i lati oscuri dei creatori del sistema, in particolare di Mark Zuckerberg.
In attesa di vedere il film, che squarcia un velo su vicende interessanti, ciò mi consente di tornare su questo diffusissimo mezzo di comunicazione su Internet che spopola anche in Valle con la creazione di lunghissime e varie "catene" in cui si incrociano migliaia di nostri concittadini.
Preciso che una sorta di mio profilo presente su "Facebook" non l'ho messo io, ma un signore scandinavo che non conosco.

Non credo che ci sia da stupirsi di certi aspetti ambigui presenti sin dalla nascita: "Facebook" è infatti una straordinaria messa in rete di conoscenze e di amicizie, ma è anche un sistema che acquisisce e registra dati e gusti privati dei suoi frequentatori con violazione di elementari principi di privacy e di trattamento dei dati sensibili ben al di là di quanto si ritiene comunemente.
Molti ritengono che sia un prezzo accettabile da pagare, altri hanno imposto alcuni cambiamenti che hanno creato una maggior protezione e questo vorrà dire la nascita di gruppi meno esposti. Certo è una nuova frontiera, inaspettata e ricca di potenzialità e suggestione, che ci obbliga tuttavia a qualche accortezza.
Il mondo della Rete è una giungla e non ci si può entrare con l'ingenuità di Cappuccetto Rosso. Non è solo una questione di virus informatici o di spam, ma nella vasta prateria del Web esistono rischi notevoli di brutti incontri, notizie fasulle, acquisti incauti, gruppi deliranti e così via.
Non a caso nel quadro della famosa iniziativa "Un computer in famiglia", di cui rivendico con orgoglio la paternità, era prevista per i ragazzini una parte di e-learning che educasse alla Rete.
Una delle accortezze è che il mondo virtuale di "Facebook" non sia mai scambiato con il mondo vero che obbliga le persone ad incontrarsi in carne ed ossa!

Commenti

Mondo vero...

io vedo la cosa da un punto di vista diverso. I "social network", il web in generale non sono altro che un veicolo del mondo reale. In pratica non c'è una sotanziale differenza per quanto sono le responsabilità.
Pensare che il web sia una pacifica isola dove i panini crescono sugli alberi è errato, essere sicuri che sia il posto per farsi sicuramente fregare no, a meno che non si creda ai panini sugli alberi.
Circa un anno fa ho scritto un pezzo sul web 2.0 ripercorrendone personalmente le tappe.
Sono ancora certo che, come tante cose, ognuno usi gli strumenti per il fine che si è prefisso.
Sono d'accordo che le persone vanno incontrate in carne ed ossa, ma anche non contattarle perchè sono lontane spesso è un modo per non far funzionare le cose.
Mi è piaciuta particolarmente la parte del tuo scritto dove hai voluto che ci "fossero le istruzioni per l'uso".
Alle volte il web potrebbe essere come mettere le mani in un frullatore...

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