August 2010

Quei turisti che passano

L'autogrill di PolleinLe code di auto sui due versanti del traforo del Monte Bianco sono l'annuale punta dell'iceberg di un fenomeno ben noto durante l'anno lungo l'asse dei nostri due trafori alpini.
La Valle ha una vocazione storica nei collegamenti fra nord e sud in Europa e dunque milioni di europei ci conoscono come semplice corridoio di attraversamento.
Chi transita lungo l'autostrada senza uscire ai caselli ha sul territorio valdostano due aree di sosta in discesa e tre in salita, vale a dire quella doppia di Châtillon, quella accessibile da entrambe le percorrenze dell'autoporto e quello monodirezionale di Brissogne.
Sono aree di sosta standard e anonime, più o meno gradevoli, in realtà bruttine e per nulla corrispondenti al territorio che le ospita. Potrebbero essere ad Abbiategrasso o a Napoli.
Come fare a trattenere una parte dei turisti per alimentare il declinante turismo estivo?
E' un vecchio tema su cui ruotava l'accoglienza e la filosofia della defunta "Porta della Valle d'Aosta" all'ingresso della Valle, accessibile da entrambe le carreggiate autostradali e con l'ambizione architettonica di superare i brutti autogrill attuali.
Ne parlo per l'ultima volta, per evitare un patetico riferimento al passato, come simbolo d'innovazione che non verrà.

Quando il ricordo è importante

Un momento della 'Rencotre' 2010Nella prossima programmazione invernale, ma alcune riprese sono in corso quest'estate da parte del curatore di questi programmi Didier Bourg, "Rai VdA" manderà in onda un importante ciclo di trasmissioni sull'emigrazione valdostana.
Penso che ci sia un gran bisogno per ricordare, in una logica grand public. la storia di un fenomeno del passato che rischia - come si è visto oggi nella tradizionale "Fête de l'émigration" nello splendido borgo di Avise - di sparire in pochi anni per l'invecchiamento dei protagonisti e un certo disinteresse delle nuove generazioni, che toglie progressivamente linfa vitale ai legami fra i valdostani emigrati e la Valle.
E' una storia forte, commovente, ricca di episodi familiari e travagli umani che, in attesa di chi sappia descriverne la complessità in un affresco unificante, deve restare non solo nella memoria ma sono delle radici che servono in particolare a capire molti passaggi della nostra storia contemporanea.

L'altra faccia della medaglia

Una rappresentazione dell'AlzheimerAlzheimer. Il nome di questa malattia - dal cognome del medico tedesco che per primo osservò la demenza senile all'inizio del Novecento - suona oggi come una terribile maledizione ed è l'altra faccia della medaglia dell'allungamento della vita, creando problemi seri per lo Stato sociale e riflessioni profonde sulla vita ed il rapporto fra corpo e intelligenza.
Ieri mi è stata raccontata - e purtroppo non è la prima volta - la storia commovente di un marito che ha avuto questa diagnosi infausta per la propria moglie e segue quotidianamente con angoscia il declino e i cambiamenti che l'allontaneranno in questo mondo di oblio e di solitudine che grava su un numero crescente di famiglie anche in Valle d'Aosta.
Fa impressione pensare come in quest'epoca di modernità, in cui la scienza medica e le ricerche offrono straordinarie speranze di cura, restino delle malattie progressive e degenerative che non si riescono ad affrontare in modo decisivo e che pesano fortemente sui singoli, sulle famiglie e sui costi sociali e sulle difficoltà organizzative dell'assistenza.

Turisti-amici

Tra qualche giorno - con esattezza il 7 settembre - la Valle d’Aosta celebrerà la propria Festa. Nell’occasione verranno rimesse le decorazioni agli "Amis de la Vallée d'Aoste", personalità esterne alla Regione che hanno dimostrato, in vario modo, la loro amicizia e il loro attaccamento alla nostra Valle.
L'elenco incomincia ad essere lungo e le diverse personalità riconosciute come "amiche" offrono un quadro curioso proprio per la loro diversità.
Tuttavia, se il premio verrà conferito a poche persone come nella logica piuttosto élitaria dell'onorificenza, l'occasione è buona per ricordare con affetto e riconoscenza le tantissime persone che hanno superato lo stadio, crescente nella consapevolezza, che porta da turista a villeggiante sino ad avere forme di amore vero e proprio e di forte integrazione con la nostra comunità.

Il ricordo di quegli anni

Alberto, Luca, Giusi, io e FrancoAvevo sei mesi quando mi hanno portato al mare per la prima volta e da allora, per molte estati, ho passato lunghi soggiorni ad Imperia, dov'è nata mia mamma.
Per me bambino, ragazzo e poi giovane, è stato come un mondo parallelo rispetto alla Valle. Lo era per me e per la banda di cugini - eravamo cinque, tutti maschi, nella casa dei nonni - che coprivano un decennio di diverse età. Se chiudo gli occhi rivivo i giochi, sento gli odori, ritornano i visi, le voci: un insieme infinito di ricordi che annullano la barriera del tempo (con Kahlil Gibran "il ricordo è un modo d'incontrarsi") e fanno tornare (incontrare, appunto) anche chi non c'è più.
Come mi è capitato tante altre volte, è nel confronto con l'esterno, specie come quando finì per esserlo nell'Imperiese nelle conoscenza profonda dalle spiagge fino all'entroterra montuoso e nell'incontro - pieno di amicizie - con la mentalità dei liguri del Ponente, che si rafforza la coscienza della propria identità.
L'altro ti fa capire chi sei più di quanto tu lo sappia in assenza di un confronto.

Una politica contro la casualità

Un immagine del Corano durane il ramadanNei più recenti rapporti statistici della Regione, il fenomeno dell'immigrazione continua ad essere al centro dell'analisi e forse è interessante scriverne all'inizio del "Ramadan", una festività musulmana che è segno tangibile, ormai anche da noi, di una presenza massiccia di altre culture.
Dice il rapporto: "Gli ultimi dati di tipo anagrafico pubblicati dall'Istat si riferiscono al primo gennaio del 2009. Essi indicano in 7.509 i residenti in Valle d'Aosta in possesso di cittadinanza straniera, pari al 5,2% della popolazione totale regionale. Il tasso di femminilizzazione si mantiene elevato (53,5%), valore che risulta in crescita rispetto al 2005 (50,8%). Le famiglie con almeno un componente straniero sono 3.834, mentre quelle con capofamiglia straniero sono 2.784.
Una rilevazione della Presidenza della Regione, "Sportello unico per l'immigrazione", presso i Comuni della Valle d'Aosta indica al 30 giugno 2009 in circa 7.860 i residenti stranieri in Valle d'Aosta"
.
La progressione in pochi mesi era davvero notevole e bisognerà vedere se e come la crisi economica inciderà.
Sul lungo periodo così si esprime il rapporto: "La crescita dei residenti stranieri appare rapida. Infatti, se nel 1993 la popolazione straniera residente in Valle d'Aosta era di circa 1.000 unità, al 1° gennaio 2005 essa era già più che quadruplicata, essendo salita a 4.258. Questa crescita si è poi ulteriormente incrementata di circa il 50% nel corso del triennio successivo. Parallelamente è conseguentemente aumentata l'incidenza degli stranieri sul totale dei residenti in Valle d'Aosta, passando dallo 0,9% del 1993, al 3,5% del 2005, per arrivare al 5,9% del 2009. Si tratta di un valore che si avvicina a quello medio nazionale (6,5%), ma che tuttavia risulta ancora decisamente inferiore a quello delle regioni del Nord Italia.
Rispetto ai Paesi di provenienza, la graduatoria è guidata dal Marocco (27,5%), seguito dalla Romania (21,1%), dall'Albania (11,0%) e dalla Tunisia (7,0%). Questi quattro paesi spiegano, pertanto, circa i due terzi del complesso degli stranieri residenti in Valle d'Aosta. Osserviamo altresì che sebbene l'ordine non cambi, tra il 2008 ed il 2009 è leggermente diminuita la percentuale relativa ai cittadini del Marocco, è aumentata quella dei cittadini romeni, mentre sono rimaste sostanzialmente invariate quelle dei cittadini albanesi e tunisini.
Un elemento a supporto del progressivo radicamento dei cittadini stranieri nella nostra regione è fornito dal numero e dall'incidenza di minori tra gli stranieri residenti. Nel 2009 essi pesano per il 21,8%, mentre solo nel 1996 essi costituivano una percentuale pari al 13% e nel 2005 erano già saliti al 21,4%.
Il tasso di natalità della popolazione straniera, oltre ad essere molto più elevato di quello medio regionale, è in progressivo aumento ad una velocità superiore di quello relativo alla popolazione autoctona. Nel caso dei cittadini stranieri esso era salito, infatti, dal 6,9 per mille nel 1993, al 23,2 per mille nel 2005. Per contro nel 2009 si è ridotto del 19,4 per mille. Resta il fatto che il contributo dato dalla natalità alla crescita della presenza straniera in Valle d'Aosta è stato considerevole"
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Da tempo predico una politica più attiva nella regolamentazione "qualitativa" dei flussi, confidando nelle comunità esistenti e creando dei rapporti - ad esempio formativi - con i Paesi d'origine per evitare che gli arrivi siano regolati dalla sola casualità o da fenomeni malavitosi.

Un altro lupo abbattuto in Svizzera

Poco ospitale la Svizzera per il lupoNon è la prima e non sarà l'ultima volta che un lupo viene abbattuto in Svizzera.
Così dice la notizia odierna: "Un loup mâle a été abattu mercredi matin sur l'alpage du Scex, a annoncé le Service d'information du canton. L'animal a été tiré alors qu'il se trouvait à proximité immédiate d'un troupeau de génisses.
Le canton du Valais avait délivré une autorisation de tir le 6 août dernier après la découverte d'un cadavre de génisse sur l'alpage du Scex le 22 juillet dernier et une seconde attaque quelques heures plus tard. Un garde chasse a effectué le tir"

Ci sono altri particolari: "Mardi, l'Office fédéral de l'environnement (Ofev) a confirmé que les génisses de l'alpage du Scex avaient bien été victimes du loup. Le ou les prédateurs sont de souche italienne. Les analyses génétiques ont par ailleurs confirmé que les moutons tués début juillet sur l'alpage voisin de Varneralp ont été attaqués par un couple de loups".
Interessanti alcune conclusioni più generali: "Les quinze, vingt loups qui peuplent actuellement le territoire suisse ont un faible pour les moutons. Pour pouvoir être abattu, un loup doit avoir tué au moins 25 moutons en un mois ou 35 en quatre mois. Ces dix dernières années, les cantons ou l'Ofev ont délivré douze autorisations de tir, la grande majorité en Valais. Six prédateurs ont été abattus, un autre a été touché mais pas retrouvé et cinq ont échappé aux chasseurs".
Anche da noi, dove l'abbattimento è reso complesso dalle norme comunitarie e dalla legislazione nazionale, il tema è destinato a diventare di grande attualità per il diffondersi progressivo del lupo.

Sondaggio da gourmet

Un tavolo di un ristorante valdostanoUn argomento classico da conversazione estiva è la qualità dei ristoranti, specie se qualche amico turista ti chiede qualche "indirizzo giusto" ed è occasione...ghiotta per esibire le proprie conoscenze enogastronomiche.
Per questo mi incuriosisce il sondaggio di "ImpresaVdA": Fabrizio Favre - uno dei protagonisti della pattuglia valdostana dei blogger - propone un voto fra alcuni dei ristoranti più rinomati della Valle d'Aosta.
Ecco i "nominati": "Cafè Quinson - Vieux Bristot", "Hotel Hermitage - La Chandelle", "Hotel Miramonti - Coeur de Bois", "Dente del gigante", "La Clotze", "La Clusaz", "Le Grenier", "Le Petit Restaurant - Hotel Bellevue", "Vecchio Ristoro da Alfio e Katia" e "Village la Cassolette".
Naturalmente si tratta di eccellenze e dunque la scelta non è facile e forse Fabrizio potrà in casi analoghi consentire di aggiungere eventuali locali mancanti secondo il giudizio del pubblico.
Certo che l'elenco mostra come la ristorazione locale offra qualità ed inventiva e un uso intelligente, anche ma non solo, dei prodotti locali. Avendo amici fra i competitori, non dirò a chi va il mio voto...

Il decreto antivuvuzela...

Una scala dei rumori con la vuvuzelaLa Francia è il primo Paese europeo a vietare la vuvuzela negli stadi di calcio ed è singolare pensando che la snervante trombetta è già stata in prima fila nelle più recenti manifestazioni sindacali di piazza d'Oltralpe, proponendosi purtroppo come protagonista dell'"autunno caldo" antisarko.
La notizia del divieto è buona e analoga misura era stata assunta dalla Turchia per i mondiali di basket proprio per evitare quella colossale rottura di scatole dell'ossessivo rumore di fondo che ha ammorbato i mondiali di calcio in Sudafrica.
In Italia si nicchia: la vuvuzela dilagherà negli stadi ma i divieti arriveranno successivamente, come d'abitudine.
Sarà un decreto legge che, con il diritto zoppicante cui siamo abituati, sarà un mostro giuridico che mischierà trombette e trombatori, vuvuzele e corni delle Alpi, messa al bando di Louis Armstrong e deroga per la tromba nelle cerimonie militari.

La forza dell'autarchia

Benito Mussolini durante la campagna per il granoLeggo sempre, con un filo di divertissement, certe interviste ferragostane del genere «dove andate in vacanza?».
Alcuni miei colleghi rispondono, come un sol uomo, che le vacanze si fanno qui in Valle e non altrove.
Una vacanza dal sapore autarchico di cui non dubito affatto, ma che sembra rispondere anche ad una logica "popular" e "piaciosa" o comunque l'idea di starsene qui - per chi ha responsabilità di decisione - somiglia alle foto del Duce in canottiera che faceva la "campagna del grano" in mezzo ai braccianti (dovrò scriverlo che scherzo?).
E poi non finirà per risultare una chiusura un pochino provincialista per chi può permetterselo e anzi dovrebbe vedere il mondo per imparare?
Io - lo confesso senza torture - cercherò di andare qualche giorno al mare e non credo che sia un venir meno alle proprie idee.
Il... tradimento vale per altro.

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