Paternità

Ho annotato già nella brevità del blog i pensieri concernenti la mia prossima paternità.
So che ha fatto chiacchierare anche la scelta che io ho fatto di mettere l'ecografia del nascituro, dimostrazione che ci sono persone che hanno un sacco di buontempo e dedicano al gossip inutile parte della loro vita. Capisco, per altro, che scrivere certe cose può dare il destro a commenti, della serie "uno se li va a cercare" e chi abbia un incarico elettivo sa che una parte della propria privacy può essere invasa più facilmente.
Credo comunque che nella vita è meglio, anche per la propria vita privata, fare delle scelte chiare e comprensibili, piuttosto che vivere vite fasulle e di facciata per mantenere un astratto senso del decoro.

Una paternità attempata quella che vivrò nei paraggi del Natale prossimo, che si aggiunge all'esperienza straordinaria della nascita dei miei due figli nel 1995 e nel 1997, quando ero più giovane ma non abbastanza da non avere consapevolezza piena degli avvenimenti.
Devo avere oggi più meno l'età del mio bisnonno quando ebbe suo figlio René nel 1867 cui si deve il "ramo valdostano" della mia famiglia e mio nonno, con la nascita di otto figli, anche in età molto avanzata, conferma questa propensione a paternità in là con gli anni.
Oggi, oltretutto, la vita si allunga e persino le maternità, regolate nella donna da un orologio biologico diverso da quello dell'uomo, tendono oggi a riguardare anche donne che un tempo erano già nonne da molto tempo. Questo è naturalmente frutto dell'evoluzione scientifica che sta spostando sempre su terreni nuovi le fasi delicate del concepimento.
Eppure, per quanto di segreti non ce ne siano più, il mistero della vita e le emozioni che l'accompagnano restano intatte dentro di noi. La genetica ci ha spalancato porte una volta chiuse nella lunga catena che ci lega indissolubilmente a chi ci ha preceduto, segno che la storia non muore con i nostri predecessori neppure negli aspetti mentali e fisici che ci formano come persona.
Il mondo che ci circonda non è facile, ma - diciamoci la verità - in passato, in certi momenti, la scelta di far nascere un figlio era ancora più complicata. Forse tutto era più naturale e spontaneo e siamo noi, oggi, che ci creiamo mille problemi sulle nostre scelte e sui nostri comportamenti, come se la consapevolezza fosse un peso da portare con fatica.
Ma la gioia della vita, questo passaggio di generazione in generazione che è l'unica verità certa che non ha bisogno del supporto della fede, esplode in ogni secondo - anche ora mentre leggete - ad assicurare all'umanità di perpetuare noi stessi e nel volto di un neonato, affacciato alla novità della sua esistenza, rispecchiamo le nostre speranze.

Comments

Auguri...

Carissimo Luciano...
lo devo ammettere! mi sono iscritta per curiosità... in primis... e poi perché nei miei ricordi di
bambina! Che nei oramai lontani fine anni '70 insieme a te e mio fratello giocavamo tra l'erba alta dei prati che circondavano le nostre case... a prendere le lucciole!
Anche loro adesso fanno parte solo di quei ricordi... ora che sono ritornata da quattro anni ad abitare a Verrès... quei prati non ci sono più!!! E non solo... che delusione!!!
Ne approfitto allora per dirti... che tuo figlio farà tesoro di tutta la tua esperienza e saggezza... una ricchezza interiore di grande valore... quasi una rarità di questi tempi...
Scusa se mi sono dilungata un po' e ancora Sinceri Auguri...

Ho visto...

con piacere - e nostalgia della nostra infanzia - che ti sei iscritta.
Mandami sulla mail lcaveri@gmail.com un tuo indirizzo di posta!

Ok...

lo faccio subito con piacere e nostalgia!!!

Congratulazioni...

Monsieur le Président!
Gioia e serenità a Lei, alla Sua Signora e al futuro nascituro!
Generalmente, leggo senza commentare, ma ho deciso di iscrivermi per congratularmi (innanzitutto) e poi per dirLe che il Suo blog è illuminante! Sagace, sereno, offre spunti e riflessioni.
Grazie!

Grazie mille...

mi fa piacere!

Sarò retrogrado...

e forse maschilista ma le "mamme attempate" mi hanno sempre lasciato molto perplesso.
Trovo che sia un forzare la natura che è più saggia di noi. Un medico di chiara fama, che ho avuto modo di conoscere, mi spiegava che "forzare le nascite" comporta un indebolimento della razza umana e molte malattie possono derivare da ciò.
Ovviamente non so se è vero ma è una argomentazione che fa riflettere.

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