Il gioco di squadra

Una rara occasione in cui sono sceso veramente sul campo di calcioHo giocato in politica in tanti ruoli, fiero di indossare la maglia rossonera della squadra nazionale della Valle d'Aosta.  
Ho imparato che senza il gioco di squadra, pur in presenza di giocatori di diversa caratura, non si va da nessuna parte e alla fine si perdono le partite. Penso all'attuale sottovalutazione del ruolo dei parlamentari valdostani, esclusi da incontri romani importanti per la Valle e di cui meglio di altri posso capire le ricadute negative. 
La metafora calcistica non riesce a descrivere i processi democratici di formazione delle scelte in vista della soluzione ai problemi reali, che è quel che conta, senza dimenticare storia ed idee, sennò si sarebbe tutti la stessa cosa, una purée di partiti, poltiglia indigeribile nel nome di quel bipolarismo che farebbe fare all'area autonomistica una brutta fine.
Ognuno nei ruoli che ricopre è se stesso, ma non solo e spesso il proprio passato parla da solo e torna anche quando ci si è sforzati di nasconderlo e di apparire diversi.
Per sfuggire alla tentazione del "one man show", per non dire dei rischi di sbagliare o di cadere vittima dell'affarismo che è sempre incombente come una "spada di Damocle" che obbliga a leggere in controluce ogni decisione, bisogna condividere senza sfuggire poi alle proprie responsabilità personali, inerenti anche la propria carica, opportunamente incanalate da scelte frutto di discussioni che certo non devono essere infinite.
Esercizio delicato quello del confronto ma necessario. Si chiama "democrazia" e non è solo riassumibile dal pur indispensabile esito delle urne, altrimenti la politica sarebbe solo un'ininterrotta campagna elettorale.

Comments

Continuando la tua metafora calcistica...

osservo che la squadra vincente nasce nello spogliatoio, dove ci si confronta, si dibatte ed anche si litiga, per poi scendere uniti in campo. Se ognuno pensa per sé e non ci si confronta su come affrontare la partita la squadra è destinata a perdere.
Aggiungo che il grande campione è colui che mette il suo talento al servizio della squadra oppure, ma mi viene in mente solo Maradona, può essere il contrario, ma anche in questo caso con uno spirito di grande unione e di progetto comune. Se nessuno gli passava la palla, anche per Maradona era dura.

Maradona ha dimostrato...

in tutta la sua carriera e in particolare con il suo gol contro l'Inghilterra nel 1986 che non aveva bisogno che qualcuno gli passasse la palla. Se la prendeva e se la portava dove voleva.
Un fuoriclasse (calcistico) fuori dal comune, un vero leader dentro e fuori dal campo. Nel campo della politica e delle istituzioni nazionali e regionali, chi pensate che possa avere le stesse caratteristiche, ovviamente in ambito politico-istituzionale?
Esclusi i presenti, ovviamente...

Il calcio...

era una matafora e per quel che riguarda Maradona...

Che fosse una metafora...

l'avevo capito... grazie per la precisazione.
Quando Rocco dice che se nessuno gli passava la palla, Maradona non era nessuno, commette una imprecisione. Maradona può anche essere un uomo discutibile, ma come giocatore...
Ci sono poche persone, in ambito imprenditoriale, politico, istituzionale, eccetera, che abbiano nei propri settori di appartenenza la stessa classe che Maradona aveva nel calcio. A proposito di metafore, mi viene in mente un paragone calcistico - politico. Pasquale Bruno, detto 'O animale per le sue entratacce e le reazioni scomposte, e Calderoli, ministro leghista.

Caro Lucil...

non ho detto che era nessuno, ma che anche per Maradona era dura se i compagni non collaboravano.
Concordo con te che è stato un campione eccelso, forse l'unico che, da solo, faceva squadra.

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