La progressione dell'aereo

Un aereo in partenza dall'aeroporto londineseQueste ceneri vulcaniche, oltre a piacere ai miei amici catastrofisti che annunciano la fine del mondo per il 2012 (celebre fonte maya, che forse avrebbero dovuto prevedere ben prima i conquistadores...), sono una bella incognita per gli spostamenti aerei.
Per un pelo, ancora ieri, ho rischiato di restare a Londra, come già mi era capitato, mesi fa, a Bruxelles.
Basta guardare Heathrow, un aeroporto dalle dimensioni mostruose, per capire - sommandolo agli altri aeroporti nell'area londinese! - come il fenomeno aeronautico come mezzo di trasporto sia ormai esploso e non lo si fermi più e ai grandi hub si sommeranno sempre più gli aeroporti regionali.
Chi gufa contro l'aeroporto "Corrado Gex" verrà smentito nel tempo (e se accorgeranno anche i proprietari di "Air Vallée" che hanno improvvidamente lasciato con i loro aerei lo scalo di cui sono azionisti privati nella società di gestione!), oltre a non considerare che un aeroporto moderno e con l'assistenza al volo è una bella sicurezza in caso di grandi emergenze.
Certo, spiace questo sfasamento temporale attuale fra lavori di allungamento della pista e radioassistenza completati e il bando per l'esercizio della linea Aosta-Roma giunto di recente, che è il punto di base di altri utilizzo dell'infrastruttura a scopi commerciale e mi auguro che il mondo turistico capisca le potenzialità dei voli.

Comments

I mezzi di trasporto...

sono l'immagine del livello del progresso raggiunto da una nazione, o nel nostro caso da una regione.
Spero che con la messa in funzione del nuovo aeroporto, possiamo avvicinarci un po' di più al resto d'Europa. Di certo, se la "Air Vallée" dovesse avere come scalo di riferimento Rimini piuttosto che Aosta, a livello di immagine ci faremmo tutti una figura meschina. Come minimo dovrebbero cambiare denominazione in "Air Rivière" e mettere l'adesivo di "Lina la piadina" a coprire il nostro nobile leone rampante. L'impressione da ignorante è che stiano facendo una sorta di ricattino con la Regione, per prendere più soldi.
Una domanda. Bergamo è considerato da alcune compagnie come alternativa a Linate o Malpensa, tanto che viene nominata come "Milano Orio al Serio", Aosta non potrebbe essere considerato come l'alternativa a Caselle: "Torino Valle d'Aosta"? Facciamo arrivare la "Ryanair" e vedrete che giro di gente...
Se una persona arriva in Valle con il treno, ecco che avrà l'impressione di essere in Honduras o in Colombia. L'altro giorno un mio collega che fa periodicamente la spola tra Verrès e Torino è tornato mestamente in ufficio dicendomi che ha rinunciato al viaggio perché il treno era soppresso.
Una volta si poteva andare a fare qualche rimostranza al capo stazione o al bigliettaio, adesso al massimo si può fare due parole con la statua del nonnetto della stazione di Verrès.
Il risultato sarà lo stesso...

Aeroporto...

Tutti gli studi fatti mostrano delle buone possibilità, ma non si può puntare su compagnie low cost perché hanno aerei che da noi non possono atterrare.
Sul treno: la futura possibilità di gestione regionale della linea potrà finalmente cambiare prospettiva.

Mi dispiace ma...

mi trovate in totale disaccordo. Ho vissuto a Londra per tre anni. Paragonare gli aeroporti londinesi al "Corrado Gex" sfiora la blasfemia. I volumi e le finalità non sono assolutamente paragonabili. Aeroprti come "Stanstead" portano milioni (praticamente venti nel 2009) da Londra in tutta Europa e parte del vicino Oriente, quasi sempre con linee low cost, "Ryanair" ed "Easy-Jet" in testa.
Molti di quei passeggeri usano lo "Stansted Xpress" per raggiungere l' aeroporto ad un costo medio (partendo dal prezzo dell' andata e ritorno) di 14.50 sterline, per circa 45 minuti di viaggio, frequenza ogni quindici minuti. Se si aggiungono trenta minuti di metropolitana come media per arrivare a "Liverpool street" dalle zone residenziali di Londra non siamo lontani da quanto costi e da quanto ci si metta da Aosta ad arrivare a "Caselle".
Comunque, me lo spiegate chi dovrebbe arrivare al "Corrado Gex"? Quanti sarebbero questi signori? Come andrebbero da lì a Cogne, Courmayeur od Antagnod? Escluse le compagnie low-cost chi avrebbe interesse a usarlo come scalo? I prezzi applicati, non essendo low-cost, sarebbero ancora competitivi? A quali località turistiche il nuovo aeroporto andrebbe a sottrarre vacanzieri?
Anche dando per buono che la gestione dello scalo riesca ad andare in pareggio in tutti gli esercizi (miracolo in sé), chi e per che somma dovrebbe beneficiare di questo investimento? Tutto ciò senza nemmeno voler toccare la questione ambientale.
Giusto la settimana scorsa il sito del "Sole-24 ore" aveva uno speciale sul ritorno del treno. Sia in termini di performace tecnologiche sia in relazione agli investimenti dei grandi Paesi. Se vogliamo proprio confrontarci con le realtà all'avanguardia mettiamo a posto la ferrovia e dimentichiamoci i castelli in aria.

Mi spiace...

Eric, ma temo che tu mi prenda per cretino se hai pensato che equiparassi un hub all'aeroporto valdostano.
Gli approfondimenti tecnici, fatti sul nostro scalo inserito in una vasta dimensione, dimostrano che gli aeroporti "regionali" hanno un significato su alcune limitate rotte, ad esempio a "fornitura" degli hub, ma soprattutto su utenze stagionali - come gli sciatori - che possono viaggiare su Aosta, con reperimento di aerei a prezzo contenuto - ci sono molti aerei "economici" come costi d'esercizio - pur non essendo low cost, sapendo il vantaggio di atterrare in prossimità delle località turistiche.
Già oggi molti turisti atterrano a "Malpensa" (molto meno a "Caselle") con problemi ben più grandi di trasferimento, per non dire dell'attesa bagagli e altre amenità, "minimizzate" in un piccolo aeroporto.
Le previsioni immaginavano di movimentare, rispetto agli ottomila l'anno degli ultimi anni, 40-45mila persone sul "Corrado Gex", sapendo che la struttura dell'aeroporto va comunque garantita come massimo presidio della protezione civile, facendo convivere le diverse anime: elicotteri, voli turistici, alianti e questa parte commerciale.
Sul treno bisogna dirsi al verità: non è che il costoso totale rifacimento della linea, unica precondizione per una competitività reale, va a beneficio di un servizio ferroviario italiano che spinge i turisti a spostarsi con questo mezzo!
La decadenza del sistema ferroviario in Italia - basta viaggiarci, come mi è capitato di recente - è come una peste bubbonica che finirebbe per rendere ridicola una linea superefficiente sulla nostra tratta. Il che - intendiamoci bene - non significa affatto non valutare tutte le migliorie possibili, ma comparare con il treno i vantaggi di un turista che da Roma o dal Sud (o dalla Gran Bretagna o dalla Svezia) vuol venire in aereo, significa oggi parlare di mele e pere.
Scusa se mi accaloro, ma per anni ho analizzato e studiato questi problemi, con l'aiuto di esperti capaci, e so che purtroppo non è semplice riassumere in queste pillole la complessità.

Credimi...

quando dico che non ho certamente voluto darti del cretino. Non parteciperei al tuo blog se ti considerassi tale. Hai usato Londra nel discorso e da li mi è venuto di partire.
Parli di collegamenti tra hub e aeroporti regionali: quali sarebbero le destinazioni dei voli? Quanti voli al giorno ci sarebbero da e per? Quanti turisti del Sud o di Roma scelgono l'aereo per andare in vacanza sulla neve e quali sono le loro mete preferite?
Essendo i voli, a ragione, principalmente stagionali 45mila passaggi diciamo in sei (?) mesi fanno più di 240 passeggeri al giorno. A me sembrano molti. I sei mesi sono discutibili, lo ammetto.
Restando su Londra un piccolo esempio. "Easy-Jet" ha scali invernali per le Alpi francesi. Ne fanno una pubblicità intensa a tappeto. Si vedevano dappertutto. I carriers di cui parli riusciranno a competere con i loro prezzi? E con la loro pubblicità?
Non credi che i turisti scelgano altre località in ragione della migliore offerta complessiva e che l' aeroporto di per sé non riuscirà a colmare queste disparità?
Arrivati all' aeroporto chi si prenderà cura di farli arrivare alle diverse destinazioni finali? Quali saranno le offerte concrete che verranno proposte e pubblicizzate a chi dovrebbe venire in Valle?
Se "Caselle" e "Malpensa" già faticano, pur alimentando comprensori sciistici che coprono dal Piemonte alla Lombardia, non è forse indicativo del fatto che l'arrivo dei turisti via aereo non è soluzione ideale?
Non è forse meglio investire in quegli aeroporti già esistenti per rendere le loro operazioni più efficenti, in cooperazione?
Perché la Protezione Civile mantenga la sua operatività è necessario un aeroporto con strutture così imponenti e costose?
Mi concederai che queste sollevate sono domande legittime alle quali forse anche altri valdostani vorrebbero trovare risposta.
Se non altro per poter esprimere un giudizio più ponderato.
Ammetto anche che il sito non è lo strumento più adatto per approfondire questi argomenti in dettaglio, però può di certo stimolare la gente a riflettere sull'argomento, anche se in maniera dialettica.

Prendo atto...

volentieri delle tue preoccupazioni e ti assicuro che ad ogni quesito all'atto dell'approvazione del master plan si è data una risposta accettabile.
L'aeroporto come base della Protezione civile è un caposaldo: nell'alluvione del 2000 era l'unica infrastruttura funzionante e l'allungamento della pista così come la radioassistenza l'hanno migliorato.

A proposito di Protezione civile...

ho sentito dire che il famoso trenino "Pila - Cogne" dovrebbe essere messo a disposizione della protezione civile.
Immagino per poter garantire un collegamento alternativo via terra nel caso in cui la strada di Cogne sia interrotta. Però mi pongo una domanda. Lo sviluppo del trenino è stato bloccato da problemi strutturali alle gallerie e al piano rotabile. Ma se ci sono problemi strutturali che ne pregiudicano la sicurezza, come fa la protezione civile ad utilizzarlo in modo sicuro, in particolare in situazioni critiche?
Mi potete spiegare?

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