Agosto
La nuova organizzazione del Turismo in Valle si trova al capezzale di un grande malato: il turismo estivo. Non mi riferisco ai dati nudi e crudi sulla cui significatività nutro dubbi e neppure all'endemico mugugno di tanti addetti ai lavori, che somiglia alla frase «al lupo, al lupo!» della celebre favola, ma alla percezione netta di una stagione estiva che si accorcia e di una clientela sparagnina.
Valorizzare la montagna d'estate è una delle cose da fare assieme alla destagionalizzazione, che dovrebbe proprio prendere per le corna il mese di agosto, quando pochi giorni - confidando nella meteo - concentrano con parossismo le speranze di un'estate, mentre negli altri mesi, quando la Valle è godibilissima, arrivi e presenze sono ridotti al lumicino.
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Commenti
Quando...
ho partecipato alla promozione della "Magic Week" a Saint-Vincent, assieme alle altre iniziative, la frase ridondante era: «ma quante cose si fanno in Valle? Solo che si conoscono poco!»
La mia proposta: il web 2.0 da un sacco di possibilità, il padrone di casa Caveri lo sa bene, perché non sfruttare questa mega opportunità per fidelizzare il turista del freddo?
Un modo si trova cercando di vedere oltre e senza paura.
Luciano. lo studiamo noi? :-)
Io, genovese, ho sempre amato...
la Valle d'Aosta, ma la scorsa settimana ho avuto una pessima visione: tre giorni a Valtournenche all'ottimo "Cervino MountainFestival" e alcune escursioni, della quale una al colle Roisetta, in mezzo a cantieri orrendi, ruspe e scavi di ogni genere fino a oltre 2.600 metri, poi comunque marcia in mezzo a ferite del territorio oramai incicatrizzabili.
Poi ho passato il versante del Grande San Bernardo e sono andato in Val d'Herens ad Arolla, la valle che confina in Svizzera con la Valpelline e allora ho capito perché da noi le cose vanno male e me ne dispiace molto, ma come passare dall'inferno in paradiso...
I cantieri...
non sono mai belli.
Spesso danno l'impressione che sia tutto devastato e irrecuperabile, ma mi permetto di far notare che i controlli sul territorio ci sono (per cortesia non colpitemi con il caso singolo) e sicuramente finiti i lavori, la cicatrice si sanerà e anche bene.
Per quanto riguarda i vicini svizzeri: probabilmente di lavori ne hanno fatti prima.
Non conosco...
quel cantiere e ha ragione Roberto sul fatto che, una volta fatti i lavori, qui - come in Svizzera - gli inerbimenti sulle piste di sci e l'interramento delle stazioni ricreano una situazione di normalità.
Può darsi, tuttavia, che nella Confederazione si siano nel tempo studiate soluzioni tecniche più avanzate per conciliare sviluppo e tutela.