La Svezia e Ikea

ikea_torino.jpgGli svedesi mi sono sempre stati simpatici. Da ragazzo frequentavo alcuni amici a Champoluc e ricordo quanto mi affascinasse l'uso consueto delle candele nelle loro case, essendo la luce una componente per nulla secondaria di una cultura che oscilla fra il buio pesto e il sole di Mezzanotte 
Poi, al Parlamento europeo, ne ho conosciuti parecchi, lavorando con loro e ho avuto negli anni diverse visite ufficiali o fatto piccole vacanze.
E' singolare che in Italia, come nel resto del mondo, si sia imposto lo stereotipo di una Svezia sempre ecologista e solidale. Esempio: se vai da "Ikea" sei fashion, se vai alla "Portaerei del Mobile" sei uno sfigato da truciolato e fòrmica.
E' illuminante il libro di Olivier Bailly, Denis Lambert e Jean-Marc Caudron "Ikea un modèle à démonter", pubblicato dalle "Editions Luc Pire" sotto l'egida di "Oxfam Belgio - Magasins du Monde", che smonta i miti costruiti attorno al politically correct di "Ikea".

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Israele contro Ikea

Dopo i francesi è notizia di questi giorni (ripresa da "Il Sole 24 Ore") che anche Israele se la prende con il marchio svedese di mobili fai da te (perché, diciamocela tutta... "Ikea" è trendy ma di fatto è solo un "Self" più organizzato!).
Appello del governo Israeliano a colpire l'economia svedese attraverso il boicottaggio di "Volvo" e "Ikea" per un articolo "anti-semita" pubblicato dal tabloid "Aftonbladet".
Non c'è pace per il gigante delle cucine da ottomila pezzi assemblabili in un'unica sequenza!

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