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16 feb 2021

L'ottovolante della politica italiana

di Luciano Caveri

«Sic transit gloria mundi» (in italiano: «così passa la gloria del mondo»; in senso lato: «come sono effimere le cose del mondo!»). Questo famoso detto vale moltissimo in Politica. Nel passato mi era capitato, dopo una bella vittoria elettorale del Movimento cui appartenevo, cui non corrispose un mio analogo successo personale, dissi, più prosaicamente con Mogol-Battisti «Le discese ardite e le risalite». Sono in politica dal 1987, con una pausa in cariche elettive fra l'estate del 2013 e la fine del 2020, e devo dire che esperienza ne ho fatte, vedendo successi che diventano insuccessi e viceversa. Parafrasando Roy Batty, il replicante di "Blade Runner": «Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: camarille, tradimenti e botte da orbi a Montecitorio, ho visto politici di tutti i tipi balenare nel buio vicino alle porte di ingresso del Parlamento europeo e pure all'ingresso del Consiglio regionale valdostano. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia».

Per carità: pensiamo positivo! Resta, tuttavia, verissimo che proprio casi recenti sono interessanti per capire. Prendiamo Matteo Renzi, che ha attraversato come una stella luminosa il firmamento della politica italiana. Sembrava essere destinato, anche perché diventato largamente antipatico al di là del dovuto, a scomparire come una stella... cadente. Ed invece a lui si deve il "Conte bis", la sua morte e la mancata resurrezione dello stesso Giuseppe Conte, killerato con maestria. Un autentico miracolo per uno che ha un partitino piccolo piccolo. «Giuseppi», invece era salito dalle stalle alle stelle in un batter d'occhio. Per quanto avesse detto di essere "prestato" alla politica, alla fine se n'è innamorato e si considerava buono per e soprattutto insostituibile per un nuovo Governo ed invece è sceso precipitevolissimevolmente. Così ha provato - lezione sempre salutare - che cosa voglia dire ascendere a posti di responsabilità ed andarsene, passando con rapidità dal potere ad un anonimato con tutti i leccapiedi e leccaculi pronti a saltare sul carro del vincitore. Da indispensabile a inutile. La terza gamba del tavolino è Mario Draghi, che da Padre nobile dell'Italia in Europa è ridisceso in Italia in una sorta di ritiro, da cui è stato cavato nel nome della Provvidenza, riuscendo con la sola imposizione delle mani a sanare Borsa ed a domare lo "spread". Da elemento sino a poco fa considerato divisivo e simbolo terribile di "quellichehannostudiato" (scritto attaccato) e per alcuni aderente a qualche cricca del mondialismo che complotta e dirige, è diventato amatissimo prima ancora di capire che cosa farà. Una cambiale in bianco che riporta firme che mai si sarebbe pensato sarebbero state apposte e, dopo l'elenco dei Ministri del suo Governo, credo che in molti come me siano rimasti perplessi per certuni, pur riconoscendo miglioramenti rispetto al pregresso e sperando che come Panoramix, il druido di Asterix, abbia una pozione magica. Vi è poi, fuori quota, il destino incredibile dei "Cinque Stelle". I veri padroni del Parlamento per via del successo elettorale alle ultime Politiche si stanno lentamente sgonfiando con una rapidità abbastanza rara e, nel caso, forse irreversibile. Ma ciò vale anche per Silvio Berlusconi, il cui declino fisico dovuto all'età non corrisponde alla sua coriacea capacità di stare ancora sul palcoscenico, senza voler capire che esiste un limite logico. Così come il saliscendi colpisce anche il destino della Lega, ancora prima di Matteo Salvini stesso, con dimagrimenti elettorali al limite della scomparsa, cui poi fa poi da contraltare una capacità di tornare a galla. Gioca, in tutto questo contesto, la mutevolezza di umori e di voto dei cittadini, ormai api che volano di fiore in fiore, senza più quella fedeltà di un tempo, probabilmente derivante da tante delusioni amorose (certo politiche...), che consentono spostamenti repentini che rendono tutto instabile e cangiante. Certo anche noi politici - me compreso, pur convinto di essere stato sempre autonomista e di aver cambiato perché obbligato dai miei principi - viviamo spesso nella confusione degli eventi, la cui imprevedibilità viaggia con grande velocità. Speriamo che il post pandemia inviti tutti alla saggezza e alla voglia di fare.