Ho posto la mia candidatura per le prossime elezioni politiche. L’ho fatto nel tavolo dell’alleanza politica che è poi la stessa che governa la Regione. In realtà il mio interesse era già ben noto e chi ha finto stupore lo ha fatto recitando una parte. Mi pare che sia stato legittimo propormi per un lavoro che conosco come le mie tasche. L’ho fatto alla luce del sole, pur in presenza dell’impressione sgradevole che le scelte fossero state già compiute fuori dagli incontri ufficiali. Quando, dopo questo annuncio, si sono evidenziati troppi silenzi - non quelli dei molti cittadini-elettori che sono fatti vivi come me a sostegno - e tanti attori della vicenda “non si sono più fatti sentire” o lo hanno fatto con altri per spiegare i problemi causati dalla mia scelta, questa mia impressione di “les jeux sont faits” è apparsa più che evidente. Non coglierlo può anche fare di me un Don Chisciotte contro i mulini a vento, ma non me ne preoccupo. Per altro il personaggio del cavaliere errante di Cervantes.è più complesso e interessante di quanto si pensi ad un esame superficiale. Preciso che quanto sta avvenendo non è un fatto personale e lo si è chiarito bene all’Union Valdôtaine da parte di noi “altri” autonomisti, perché - per dire - nessuno ha contestato la scelta del Mouvement di candidare Franco Manes come proprio espressione, ma l’accelerazione dell’altra candidatura, quella di Robert Louvin, avvenuta senza essere consultati, è apparsa come uno strappo evidente verso quel processo di riunificazione delle forze autonomiste che ormai da tempo dovrebbe partire e nella realtà dei fatti non parte mai. Direi a dispetto del lavoro fruttuoso della componente autonomista in Giunta e in Consiglio regionale. Una logica di figli e figliastri che non convince e sembra esserci ancora oggi una specie di fatwa verso chi scelse in certi momenti l’abbandono dell’Union, mentre per chi lo fece in epoca precedente sembra valere una sorta di prescrizione del…reato. Ma la sostanza finale del ragionamento è duplice. Da una parte penso di avere conoscenze e competenze per poter essere in lizza per la candidatura senza che nessuno si adombri. Dall’altra la posta in gioco per le prossime elezioni farebbe tremare i polsi a chiunque per l’incertezza degli esiti e chi si fa avanti dovrebbe essere trattato con rispetto e non considerato da alcuni un rompiscatole che mette in discussione esiti da acquisire come se nulla fosse e senza tenere conto delle scelte politiche future. Le prossime ore scioglieranno legittimamente il nodo e personalmente sono contento di aver sollevato la questione, che riguarda non solo Roma ma anche Aosta con le fragilità che ben conosciamo e la seria sfida è l’avvenire dell’Autonomia. Orizzonte inquietante per chiunque abbia buonsenso e visione.