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16 dic 2022

Compleanni di diversa età

di Luciano Caveri

Dicembre è mese di compleanni per i maschi di casa. Comincia oggi Alexis con i suoi 12 anni, proseguo io con i miei 64 e chiude Laurent con i suoi 27. La verità ed è un fatto oggettivo è che nulla come la crescita dei propri figli ha, come contrappasso, il proprio invecchiamento, dato inoppugnabile e rispetto al quale non ci sono ricordi da avanzare. Ha scritto Susan Sontag: ”La paura di invecchiare viene nel momento in cui si riconosce di non vivere la vita che si desidera. Equivale alla sensazione di abusare del presente”. Credo che sia davvero così e ne parlavo l’altro ad una assemblea di pensionati (anche io sono pensionato Rai da qualche tempo) e osservavo come si debba sfuggire al rischio di accasciarsi ed è bene usare bene il proprio tempo nelle molte attività possibili. Va detto di come l’età è mutata nel tempo. Vista dalla mia prospettiva certo la longevità conquistata da gran parte dell’umanità è un bene, ma anche in Valle d’Aosta il progressivo invecchiamento della popolazione che si accompagna ad un crollo della natalità crea una inquietante ridistribuzione demografica con conseguenze economiche, sociali e sanitarie. Però l’età non è solo questo. Che differenza c’è fra un dodicenne di oggi rispetto a me che quegli anni li ho avuti nel 1970? Com’è un ventenne di questi anni Venti rispetto a me che a quell’età ho attraversato gli anni Ottanta del secolo scorso? Le generazioni che si susseguono hanno caratteristiche nuove. I miei nonni e i miei bisnonni avevano radici ottocentesche e quel mondo aveva caratteristiche tutte sue. Se qualcuno di nuovo ha inciso su di noi è l’incredibile accelerazione dello sviluppo tecnologico, che non ha avuto eguali nel passato e il cui riflesso già nel corso della nostra vita ha avuto un enorme impatto. Avevo messo da parte un’Ansa di qualche mese fa, pensando che prima o poi mi sarei occupato dei cambiamenti in corso: “L'adolescenza si è dilatata, perché da una parte inizia prima, già a 10 anni, specie per le bambine che nei paesi ricchi tendono a svilupparsi presto, mentre dall'altra è divenuto più lungo il percorso che porta un teenager all'ingresso nella vita adulta, che può considerarsi la soglia dei 24 anni. E' quanto sostiene Susan Sawyer, direttore del centro per la salute degli adolescenti presso il Royal Children's Hospital di Melbourne in un articolo sulla rivista Lancet Child & Adolescent Health. L'adolescenza in genere si riteneva conclusa intorno ai 19 anni, spiega Sawyer. Dal punto di vista biologico si considera l'età di ingresso nella vita adulta quella in cui si conclude lo sviluppo, cioè quando il corpo smette di crescere. Ma questa resta un'età tutt'altro che definita, sottolinea l'esperta: per esempio il cervello dei giovani continua a maturare oltre i 20 anni, funzionando sempre più velocemente e in maniera più efficiente. Altri aspetti della crescita corporea indicano che il periodo adolescenziale si estende oltre il compimento della maggiore età, si pensi ad esempio all'eruzione dei denti del giudizio che può avvenire anche a 25 anni. Ma soprattutto grossi stravolgimenti sociali lasciano propendere per un'estensione del periodo adolescenziale, conclude, ad esempio il fatto che i giovani tendono a sposarsi, fare figli e a rendersi indipendenti dai genitori molto più tardi”. In poche righe lo scenario di novità si evidenzia. Sulla vecchiaia - partendo dal presupposto ingenuo che mi sento ancora…giovane - credo che valga per i prossimi decenni quanto ha detto Rita Levi Montalcini: “Ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente”. Mi viene in mente il rimpianto César Dujany, politico di razza, che era così alla soglia dei cento anni.