Mamma mia quanti pensieri si affollano in questi giorni così concitati, perché mi trovo d'improvviso assalito da dossier significativi. D'altra parte così è, perché la politica mista all'amministrazione, già di per sé stessa complessa, lo diventa a maggior ragione in questa epoca in cui il "covid-19" picchia duro. Ci sono momenti di scoramento ma questo si sa che non serve.
Natale non è un giorno come gli altri, ammesso che sia poi solo un giorno. Si dovrebbe dire che si tratta di un crescendo. Non è solo questione di addobbi o pensieri per i regali, ma una specie di poesia che ognuno riempie con i versi che preferisce. Per me, a parte la solita solfa del compleanno, è sempre stato un pensiero che ti accompagna alla metà di quella giornata, che poi passa, purtroppo, in un battibaleno, come fosse un fuoco d'artificio.
Ora, quest'anno tutto è diverso, perché a citare il Natale con un largo e inusuale anticipo è stato nientedimenoche il premier Giuseppe Conte, l'uomo che descriveva un anno bellissimo ed altre speranze beneaugurali e si è trovato con il "covid-19".