Conosco bene Giulio Andreotti ed è stato uno dei primi Presidenti del Consiglio del mio mandato parlamentare. Dopo un intervento in aula, ricevetti un bigliettino vergato di suo pugno con i complimenti, anche se avevo annunciato - se ben ricordo - la mia astensione sulla fiducia. Ho poi avuto molte altre occasioni, anche più riservate, per incontrarlo. Andreotti conosce questioni della Valle d'Aosta che risalgono all'epoca in cui era il delfino di Alcide De Gasperi. Mi ha descritto un dialogo fra lo statista trentino e un arrabbiatissimo Presidente della Valle, Severino Caveri, che brandiva un tagliacarte come una spada. Nessuno come Andreotti incarna vizi e virtù della Prima Repubblica e riconoscerne l'intelligenza non vuol dire approvarne i metodi.