Mare al plurale
Il mare è come la montagna: usare il singolare non ha senso. Infatti ci sono i mari e le montagne, che al plurale consentono di dar conto di infinite varietà.
Amo il mare, sopra e sotto la sua superficie, per quella parte ligure della mia ascendenza, antica e recente, che mi ha consentito lunghe frequentazioni, accentuate dalla contemporanea conoscenza di altri mari e ciò senza rinnegare, semmai arricchendolo, tutto quel che di montanaro sento in me.
Con il tempo, mi sono anche convinto che, nella complessa formazione culturale dei popoli alpini (compreso quello valdostano, geograficamente distante da uno sbocco al mare), non è indifferente la presenza del Mediterraneo, inizio e fine della catena montuosa, con i suoi percorsi, le interessenze, i legami, i contatti.
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Commenti
Mare e mare...
Come per le montagne anche per il mare, c'è mare e mare: quando torni dalla Sardegna quello ligure e quello degli spiaggioni riminensi o versiliesi non sembra più un oggetto di desiderio.
Mi spiace....
ma certi angoli del mare ligure non hanno nulla da invidiare al mare di Sardegna! Le "cinque terre" dove le metti?
Mari e montagne...
Sono d'accordo. Anch'io, all'incrocio di una famiglia tra (quasi) mare e montagna, mi sembra che c'è un legame forte tra il Mediterraneo e le Alpi.
Puoi, infatti, ci sono tanti mari, e tante montagne: io passo da un panorama di Sicilia, Lampedusa, Calabria, Cinque Terre o Costa Azzurra, Porquerolles, alle viste che abbiamo in Valle o nelle Alpi vicine, e ogni volta, cerco di dirmi: quale preferisci?
Ma non c'è risposta... dipende dal momento, delle persone con cui li si divide. I paesaggi e i luoghi sono tutti diversi, e magnifici nel loro proprio senso.
Non riesco mai a dire che un posto è più bello dell'altro, hanno tutti la loro magia. Mi stupivo infatti ancora l'altro giorno, camminando per le strade di Aosta, di vedere come era bello il teatro, circondato da colline ancora innevate: poi, salendo, vedendo i fiori nei campi, erano bellissimi anche quelli.
Poi torno a casa, e vedo che i fiori che ho lasciato, magnifici, quattro giorni fa, sono già tutti andati. Allora, avrei voglia di farvi condividere anche un pezzo del mio paesaggio preferito del giorno, con fiori già sbiaditi... purtroppo, non so come inserire un immagine... allora sognate un laghetto, con degli iris, dei nenufari (cosi si dice?), un albero giapponese, e le rane che cantano.
Benvenuti o bentornati nella "banlieue" ginevrina.
In effetti...
non c'è, secondo me, un meglio o un peggio.
C'è un diverso... e poi sono i nostri occhi che sanno dare sfumature diverse ad ogni cosa, ad un tramonto, ad una montagna o alle onde del mare, come guardare dentro un caleidoscopio.
D'estate mi metto sovente sdraiato sulla chaise longue che ho nel prato ed approfittando del buio circostante guardo il cielo e vedo mille cose... una sera un mio amico dopo un attimo mi fa: «ma che guardi che è buio!»
Diversi occhi diversi panorami ma tutti indimenticabili, anche cose insignificanti, figuriamoci davanti a certi spettacoli della natura.
Proposta...
Sbarramento sulla Dora poco sotto Pont-Saint-Martin, delocalizzazione di tutti i centri abitati in altezza, acquisto di tantissimo cloruro di sodio, sabbia, sdraio e ombrelloni.
Così abbiamo il mare chez nous.
L'autostrada verrebbe sostituita con traghetti, il treno con sommergibili...
Dimmi dove devo firmare...
che farei carte false per un mare tutto nostro... mi raccomando i trampolini!!!
Per i pescecani...
temo che si possa disporre con materiale locale...
Pescecani...
e pescegatti, piovre, pesci pagliaccio...
Dai, libera la fantasia!
Le rocce...
valdostane, trasformate semanticamente, in scogli, possono ospitare autoctoni mitili.
Nuova economia? Nuova nicchia di sapori da portare a Bard al "Marché"?