Un fantasma si aggira per l'Europa: l'astensionismo per le elezioni europee. Dopo trent'anni di elezioni democratiche, giunti alla settima elezione, dovunque il dibattito è fiacco e la percezione di uno spazio politico europeo insufficiente. Chi, come me, ha vissuto il lavoro del Parlamento europeo e oggi ha un osservatorio privilegiato nel Comitato delle Regioni può dolersene e ritenerlo ingiusto, ma ciò non modifica la realtà di un'Europa che resta distante dai cittadini. In Italia poi i temi europeistici di rilievo sono ancora più distanti per il prevalente interesse verso la politica nazionale, mentre in Valle d'Aosta, malgrado il crescente numero di candidati segno di divisione quando ci vorrebbe coesione, la totale assenza dei media per volontà o per mancanza di spazi di confronto obbliga a ricorrere solo ai comizi dove i politici parlano a militanti già convinti, tipo allenamento di una squadra di calcio o messa cantata per i fedeli.