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21 giu 2009

Stagioni della vita

di Luciano Caveri

E' divertente come le stagioni della vita mutino certe percezioni in funzione proprio dell'età. Quando, subito dopo il Liceo, iniziai a collaborare con una radio di Torino ("Radio Reporter 93") morì d'improvviso - per aneurisma cerebrale - il proprietario, che aveva solo 28 anni! Ricordo, dai commenti di allora con altri ragazzi, come il povero scomparso ci paresse già piuttosto avanti con l'età! Oggi, che ho superato i cinquant'anni, età nella quale - ancora nei romanzi ottocenteschi - si era già considerati vecchietti (nel Medioevo si era invece, per la media, sotto terra), il concetto di vecchiaia è mobile e segue il mio invecchiamento. Guardando più avanti e ad una probabilità di vita più lunga, ci si può sentire giovani senza dover ricorrere a trucchi, lifting, trapianti di capelli o altre amenità...