Il nonno materno, Emilio Timo, dalla Libia alla Prima guerra mondiale, era stato ufficiale di cavalleria. In seguito ad una caduta da cavallo e forse ai limiti di carriera di un figlio di NN (aveva scoperto di essere figlio del peccato di un medico condotto e di una nobile d'Alassio), lasciò l'esercito e si dedicò - con nonna Ines, marchigiana - al commercio dell'olio, di cui era esperto degustatore, lasciando in eredità alle figlie dei terreni coltivati a ulivo nell'entroterra onegliese a Ginestro, dove una famiglia lo aveva cresciuto. Terreni, nel frattempo, certamente usucapiti. Nelle papille mi è rimasto, come eredità, la percezione della bontà o meno dell'olio e un'ammirazione per la pianta d'ulivo, così bella e sofferta. Da bambino li guardavo gli ulivi ad Imperia e anche quei pochi, antichi, vicino alla Collegiata di Saint-Gilles a Verrès.