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06 ago 2009

Aosta-Martigny

di Luciano Caveri

Il tunnel ferroviario Aosta-Martigny, di cui pare si parli nel Dpef in discussione (l'ultimo documento di programmazione economico-finanziaria nel Parlamento italiano, vista la riforma del Bilancio), è figlio della stessa epoca del trenino Pila-Cogne. Direi più di vent'anni fa. Ho avuto modo di seguire la storia di questo tracciato internazionale nelle diverse funzioni esercitate a Roma, a Bruxelles e poi in Valle d'Aosta. Il funzionario che lo spingeva, lo stesso del trenino (e che non cito perché morto), si era inventato all'epoca una serie di reti di lobby per mostrare la facilità di costruzione del traforo con la Svizzera, che poi nella realtà era una costruzione assai instabile nelle sue basi, peggiorando poi il quadro negli anni successivi. Quando, infatti, mi sono ritrovato con una responsabilità specifica ho semplicemente verificato che le autorità federali svizzere mai vorranno "lanciare" questo nostro traforo sino a quando non usciranno dalla palude in cui sono finite con il traforo ferroviario del San Gottardo, che è iniziato nel 1998, dopo un referendum del 1995, e finirà - con una spesa di oltre sei miliardi di euro - tra il 2017 e il 2018! Mantenere viva l'idea dell'Aosta-Martigny è dunque positivo, ma è bene che sia solo una fiammella.