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24 set 2009

Leggere il passato

di Luciano Caveri

L'altro giorno, prima che la temperatura crollasse e la neve facesse capolino in quota, sono andato a vedermi il teatro romano "desnudo". Io personalmente lo ricordavo impacchettato tipo le opere dei coniugi Christo, non fosse che quelle sovrastrutture - poste a fin di bene - impedivano la visione di questa straordinaria opera della romanità. Aosta romana è una ricchezza unica. Ricordo lo stupore di ospiti illustri di fronte al criptoportico o all'Arco d'Augusto. Le stampe antiche della città, specie con i panorami visti dalla collina, restituiscono con nettezza la pianta romana e come i successivi inserimenti si inserissero armonicamente con quella logica di sovrapposizione e utilizzo di cui gli antichi non avevano paura. Oggi Aosta romana è stata imprigionata dallo sviluppo impetuoso dell'ultimo tratto della sua storia millenaria, preceduta dalla presenza sullo stesso territorio dei popolamenti di cui le tombe di Saint-Martin de Corléans sono stupefacente testimonianza, cui si aggiungono gli esiti degli scavi al centro di Aosta. Il Teatro resta, con lo sfondo di montagne, un simbolo e un'attrazione.