Ricevo, da studenti e parenti, delle mail sulla Facoltà di Psicologia di Aosta con particolare riferimento alla scelta di sopprimere, nella comunque nefasta e ambigua logica universitaria italiana dei corsi di laurea "3+2", la laurea magistrale, cioè gli ultimi due anni. Si trattava dell'unico caso di corso completo esistente all'Università della Valle d'Aosta. Conosco bene il "tema Università", visto che alla fine degli anni Novanta sono stato l'autore materiale dell'emendamento che ne ha comportato la nascita e poi, nel ruolo di Presidente dell'Università coincidente con quello di Presidente della Regione, ho seguito per un certo periodo - abbastanza cruciale nel rapporto con Roma - gli esiti e sviluppi del nostro Ateneo, compreso l'accordo della "Testafochi". Che questi ultimi due anni di Psicologia scricchiolassero non è un mistero: per anni si è guardato al numero d'iscritti con grande apprensione. Ora la scelta draconiana che conosco per quello che ho letto, specie nelle decisioni assunte dal Consiglio dell'Università ma anche dal Senato Accademico, e non sono informato sui particolari più minuti che hanno originato la decisione. Ed è quanto ho risposto a chi mi ha scritto, segnalando che non so se e come l'iter che ha preceduto questa "ghigliottina" sia stato accompagnato da confronti e incontri.