Mi piacciono le sessioni di Bilancio: le ho sempre seguite a Roma, a Bruxelles e qui. Le più grandi fatiche le ho fatte alla Camera alla "Commissione Bilancio", dove stavo come un gufo appollaiato sul ramo sia per sostenere i miei emendamenti sia per vedere che non spuntassero - magari in piena notte - altri emendamenti che ci danneggiassero. Una scuola di vita, vi assicuro. Ora, come consigliere semplice, ho seguito la manovra di bilancio 2010 della Regione. Nel mio intervento, ho cominciato con una citazione scherzosa, per non prendermi troppo sul serio: «Chi dice che i soldi non fanno la felicità, oltre ad essere antipatico, è pure fesso». La frase è di Totò e l'ho accompagnata con due paroline, care al sociologo Zygmunt Bauman, "glocal" e "società liquida", che mettono la battuta in un contesto più serio. Questo è il segno dell'odierna complessità: il mondo che si insinua sempre più nella nostra vita e il livello locale che cresce d'importanza a fronte delle tante crisi - la peggiore è quella identitaria - che ci investono come le ondate di una mareggiata.