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31 mar 2010

I dolori del povero juventino

di Luciano Caveri

Tifo per la Juventus: anche se ormai - e non certo per il periodo nero della squadra - seguo distrattamente  il calcio, di cui all'età delle "figurine Panini" conoscevo invece vita, morte e miracoli. Non so perché mi sono disamorato. Direi che  mi pare un ambiente insincero e roso da interessi che rendono sempre più grigio questo sport che tanto mi ha fatto battere il cuore. Oltretutto i problemi di indebitamento dellle squadre prima o poi faranno scoppiare la bolla speculativa e già oggi il gap tra grandi e piccole società fa impressione.  Quando, di striscio, ho avuto a che fare, nell'ultimo anno dei ritiro juventino in Valle, con la coppia Giraudo - Moggi confesso che rimasi colpito negativamente e ciò ha aumentato la presa di distanza e così certi scandali non mi hanno colto impreparato, compresa l'umiliazione della retrocessione forzata. Dopo aver vissuto tempi di grande soddisfazione con la squadra del cuore sempre al vertice, ormai la situazione si è fatta davvero difficile, quasi incredibile pensano al palmarès della Juve. I miei cugini interisti, dopo aver digerito tutto il digeribile, si godono ormai la situazione rosea, mentre i bianconeri - me compreso - arrancano.