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03 set 2010

La mia PEC vuota

di Luciano Caveri

Come tutti gli iscritti ad un Ordine professionale, mi è stato imposto di avere una "Pec - Posta elettronica certificata". Un'iniziativa fra le tante del sulfureo Ministro Renato Brunetta che mirava a rendere certo e sicuro un canale di posta elettronica con la Pubblica amministrazione. Questa "Pec", stremato dai solleciti e ligio ai miei doveri come un soldatino, alla fine l'ho fatta, pur sfuggendomi la sanzione che avrebbe potuto colpirmi. Così oggi, accanto ai tre indirizzi di posta elettronica che uso normalmente, ce n'è un quarto che - questo è il bello, dopo tanti affanni - è vuoto, sempre vuoto, nella sua totale inutilità. Nessuno mi scrive, neppure uno spam da "superviagra" o da vedova africana che vuole condividere con me un miliardo di euro. Neppure un «ciao, come stai?» di Brunetta, che mi ripagasse dell'impegno...