La prevalenza del macabro
La morte di Sarah Scazzi, la ragazza pugliese uccisa dallo zio, ha dimostrato il degrado del giornalismo, se mai ce fosse stato bisogno. Vi prego di leggere agenzie e articoli e datevi un pizzicotto: purtroppo non sognate.
Per settimane, come per analoghi casi di cronaca ("Caso di Cogne" docet), certi cronisti o presunti tali hanno scavato nel fango alla ricerca quotidiana di particolari scabrosi.
Se il "dossieraggio" fa ribrezzo e le recenti vicende de "Il Giornale" mostrano la confusione fra il giornalista e il supporter politico, la trattazione senza ritegno di un caso che riguarda una minorenne avviene senza nessuna accortezza e in spregio ad elementari regole deontologiche.
Si insegue il particolare macabro e scandaloso, tipo la violenza carnale effettuata dallo zio sul cadavere della nipote, dopo averla strangolata e anche la tecnica di strangolamento viene raccontata senza risparmiarsi nei particolari.
Nella rudezza dei fatti, questi particolari arricchiscono il racconto o mostrano semmai un inutile comportamento da guardoni nel nome del diritto di cronaca?
Intendiamoci: solo nelle dittature - esemplari le note di suo pugno di Benito Mussolini - si cancella la cronaca nera per evitare "brutte notizie", ma amplificare la cronaca nera è altrettanto grave, specie se giornali e telegiornali si sfidano alla rivelazione più scottante, sbattendo la storia in prima pagina.
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Commenti
Secondo me...
il gusto del macabro è insito nell'umanità dalla notte dei tempi, il giornalista scadente non fa altro che "correre" dietro alle pulsioni della gente, dando quello che la gente vuole.
La società del consumo applicata all'informazione.
Roba da matti...
stamattina in azienda non si parla di altro, in particolare le mie colleghe donne conoscono dei dettagli macabri veramente raccapriccianti.
Rilevo nelle loro parole di finta costernazione, qualcosa simile al godimento...
Come ti ho accennato...
...ieri, una lettera con un richiamo a un po' di decoro, ai direttori del "Corriere della Sera", della "Stampa", dell'"Unità", del "Messaggero" e di "Repubblica" l'ho mandata. Il "Giornale" l'ho scartato a priori e ti lascio immaginare perché.
Di risposte per ora non ne ho avute... diamo loro ancora un po' di tempo.
Mi chiedo se sarei già stato contattato se avessi detto loro di avere delle informazioni scottanti riguardo a Silvio Berlusconi o un video segreto del mostro di turno.
Lucil ha ragione quando dice che l'attrazione per il macabro c'è sempre stata, il problema è che adesso è sbattuto davanti anche a coloro che ne farebbero volentieri a meno.
La notizia...
l'ho vissuta in prima persona, come tanti, guardano ad ora tarda la televisione.
Ho scritto un "pezzo" per il mio giornale.
L'ipocrisia...
di tanti giornalisti è sconcertante.
Tutti i siti dei maggiori quotidiani sprecano fiumi di parole nel condannare "Chi l'ha visto" e la sua conduttrice dando però poi la possibilità di rivedere all'infinito lo spezzone nelle loro sezioni multimediali.
I nostri grandi intellettuali...
L'errore...
di Federica Sciarelli era che doveva scollegarsi dalla mamma, per evitare quella terribile rivelazione in diretta.
Quella sera...
mi è venuto in mente il figlio di Gaetano Scirea, che ha saputo della morte del papà dalla "Domenica sportiva"...
Sulla Sciarelli...
non posso commentare perché non ho visto la trasmissione né ho guardato il video online.
Da quel che ho capito è stato un ennesimo display indecente di televisione all'italiana. Resto comunque dell'avviso che tanti di coloro che se la prendono con "Chi l'ha visto" in fondo sarebbero stati ben felici di avere lo scoop.
La cosa confortante che si evince da questo blog è che c'è comunque tanta gente a cui questa gestione indecorosa dei fatti di cronaca dà veramente fastidio.
Concordo con Lucil...
sul fascino del macabro. Proprio ieri ho assistito ad un incidente stradale e non vi dico la gente che è accorsa per vedere (pochi, credo, per soccorrere).
Il giornalista dovrebbe avere la sensibilità per fermarsi prima del macabro, ma la sensibilità del nostro Paese è ormai molto ridotta come dimostrano i programmi televisivi. Devo fare una confessione, non seguo più la Formula 1, ma quando lo facevo aspettavo sempre l'incidente.
Sono rimasto...
abbastanza basito dal fatto che una collega "navigata" e che mi è sempre parsa equilibrata nello svolgere il mestiere, come Federica Sciarelli, abbia fatto una figura da neofita imberbe, non andando in pubblicità all'apparire sul suo monitor della prima agenzia sulla triste evoluzione della tragedia di Avetrana. Così facendo, fuori onda, avrebbe potuto dire (e non chiedere) alla madre di Sarah di fare rientro a casa, per poi continuare la trasmissione. Con un tutt'altro taglio, che a quel punto sarebbe stato quello di seguire le notizie, mano a mano che arrivavano, magari cercando di raggiungere qualche giornalista già sul posto (un'altra trasmissione, ad esempio, è riuscita a pescare l'inviato di "Repubblica").
"Chi l'ha visto", essendo in onda in quel momento, non poteva e non doveva (anche per un dovere verso l'azienda, chiamata comunque a primeggiare sui concorrenti) essere interrotto, ma sarebbe stato mille volte meglio vedere/sentire, dopo uno stacco pubblicitario, un giornalista incassare un freddo «no comment» da un Carabiniere o da un Magistrato, sul luogo delle ricerche del cadavere, che non l'imbarazzo di una madre che apprende in diretta della morte della figlia, per mano di un parente.
Tuttavia, questa riflessione sarebbe monca senza un ulteriore elemento: ieri, il fratello di Sarah ha partecipato a "La vita in diretta", mentre la cugina, figlia dell'omicida, dopo una trattativa via sms, ha oggi venduto l'esclusiva al "Tg5".
Da tempo penso, a volte, che ai giornalisti stia scappando di mano il loro mestiere, ma siamo certi che le parti, nella corsa al macabro, non si stiano invertendo?
Mah...
per me c'è un evidente problema di costume, nel senso proprio di etica collettiva.
Mi riconosco sempre meno in questa umanità perversa e litigiosa e tante volte mi vergogno di farne parte. Come Luciano sa ci ho anche scritto su una poesia.
Anzi, se tu mi dessi il "la" con un post su misura potrei anche pubblicarla qui, che ne dici ?
Essendo tu "fuori dal coro"...
pubblicala pure qui sotto!
Vedo che...
questo dibattito è uno dei più affollati: siamo tutti solo vittime o anche un po ' complici?
Fuori dal Coro
Cantano le voci, addestrate, armoniose,
ad una sola voce dicon tante cose;
cantan tutte insieme ed è triste corale
che racconta, degli umani, il poco bene e il tanto male.
Cantano le voci, ben composte, ordinate,
illuse, abbindolate, sottomesse e rassegnate;
cantano da servi, per questo io mi onoro,
con fierezza e dignità, di cantar fuori dal coro.
Cantano le voci, ed è "sottomissione":
"sia lode agli obbedienti e guai alla ribellione!".
"Premiato sia ognor il cittadino esemplare
e perisca nell'averno chi non vuol s'allineare!".
Messi in fila ed intruppati l'inno cantan e la bandiera,
con impegno e competenza, fan volar da mane a sera.
Non son passero ma aquila, a fronte alta io mi onoro,
solitario, orgoglioso, di cantar fuori dal coro.
Cantano le voci, e dicon "sfruttamento":
altrui goda del lavoro della plebe del momento;
servi, schiavi, proletari, ogni sorta di sfruttati
in ogni epoca, come muli, al lavoro destinati.
Arricchito abbiam sovrani, faraoni e feudatari,
valvassori e valvassini, cardinali e proprietari.
Dico forte: "non ci sto!" e di nuovo io mi onoro,
contro questa società, di cantar fuori dal coro.
Cantano le voci, e dicon "privilegio"
di chi alla faccia delle genti vive l'ozio e vive l'agio.
La canzon dei governanti, professori ed avvocati,
signori della guerra, amministratori delegati,
di eminenze e santità, capitan di sindacati
e di tutti quei che hanno i lor posti riservati.
Contro tutti i mantenuti, forte, alla faccia loro,
io continuo, impenitente, a cantar fuori dal coro.
Cantano le voci, e dicon "soldi" e dicon "sesso",
dicon che denaro e pube muovon l'uomo a più non posso.
Dirigenti arrapati, segretarie compiacenti,
corruttori interessati versatori di tangenti,
uno stuolo di toponi che van dietro al pifferaio
col miraggio della gnocca e di un pien salvadanaio.
Ho quattro soldi, e gli affetti sto vivendo con decoro;
posso farlo e mi ostino a cantar fuori dal coro.
Cantano le voci, cantano benone,
cantano e stavolta dicon "contrapposizione".
Maschio contro donna, nord contro meridione,
uomo contro ambiente, fede contro religione,
rossi contro neri, operai contro padroni,
guerre tra paesi, conflitto tra generazioni.
Io sono senza Patria, in nessun modo mi coloro,
per questo, solitario, canto sempre fuori dal coro.
Cantano le voci la morte dei valori.
L'etica, dalla porta, è rimasta chiusa fuori.
Tutti pronti ad imbrogliare, raggirar, turlupinare,
a pensare ai fatti propri, a truffare, a derubare.
La natura umana è quella, dall'origine del mondo,
di cambiar non v'è speranza, siam carogne nel profondo.
Non son migliore ma son cosciente e ad occhi aperti ancor mi onoro
di cantare, nauseato, come sempre fuori dal coro.
Cantano le voci, e canteran per sempre,
la canzone degli umani, di questa razza decadente.
Al suon del suo motivo distruggeremo il mondo,
scompariremo tutti con le stelle sullo sfondo.
Saran di nuovo amebe e dopo l'estinzione
di nuovo questa terra vedrà l'evoluzione.
Saranno infine forse umani e speriam che anche tra loro
ci sia un matto come me a cantar fuori dal coro.
Corrado Olivotto
Giro di boa?
Passato il piacere per il macabro, arriviamo a non so come definirlo... in termini educati.