Pur avendo perso di vista le vicende intricate nei rapporti fra "Air Vallée" e Regione, che pesano non poco sulle prospettive future visto che la società aeroportuale è mista, sono lieto che un "jumbolino" sia atterrato all'aeroporto "Corrado Gex". E devo dire che mi fa rodere un pochino il fegato che "altri", non presenti nella fase di programmazione e realizzazione delle due infrastrutture principali - radioassistenza e allungamento della pista - si approprino, come consumatori finali, di scelte altrui, frutto di faticose negoziazioni con "Enac" a Roma e di investimenti cospicui con denaro regionale e anche di studi che avevano approfondito i mercati potenziali. Avendo seguito con grande fatica il dossier dal 2003 al 2008, anni in cui sono state sbloccate situazioni incancrenitesi nel tempo e che avevano quasi pregiudicato un uso commerciale dello scalo valdostano, conosco bene fatti e avvenimenti e so, per conoscenza diretta, che le tappe ulteriori non sono banali e nulla dev'essere dato per scontato. Il master plan è stato seguito e rispettato per alcune tappe e questo ha portato i suoi frutti (compresa l'aerostazione in costruzione), ma ora tutto è più difficile e non si capisce più nulla delle reali intenzioni e ogni scelta contraddittoria, incoerente o bislacca potrebbe risultare letale e non nascondo la mia preoccupazione. Io parteggio per il futuro dell'aeroporto di Saint-Christophe nel nome proprio di quel grande studioso di diritto aeronautico e pilota di montagna che fu Corrado Gex. Il futuro è quello di un piccolo scalo regionale con voli su Roma e alcuni charter, base della Protezione civile, che convive con i voli turistici a motore e con l'aliante (il progetto di scuola di elicottero con "Agusta" è finita sul binario morto). Il resto, purtroppo, sono disegni che poco hanno a che fare con la Valle d'Aosta.