Per anni la nostra Regione ha richiesto inutilmente la regionalizzazione sul nostro territorio, con norma d'attuazione, dei compiti e delle funzioni "Ispels -Istituto Superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro". Lo si faceva non per un generico senso autonomistico, ma perché l'Istituto in Valle funzionava male e una serie di verifiche su alcuni macchinari, come ascensori, caldaie ed altro ancora, si facevano con ritardi negativi per imprenditori e cittadini. Eppure, della serie "chi tocca muore", ogni volta la regionalizzazione si scontrava con reazioni rabbiose dell'Istituto. Ancora in primavera ero presente ad una riunione dove arcigni dirigenti dell'Istituto e dei Ministeri spiegavano, scocciati e arroganti, che la Regione non poteva attentare al ruolo dell'Istituto, considerato storico, epocale, strategico e ritenuto, secondo loro, inamovibile dalla stessa Unione europea. Anzi, in una nota ufficiale finita per sbaglio ai membri di parte regionale della "Commissione Paritetica", c'era un "mega-dirigente galattico" che poneva addirittura dubbi sulla legittimità costituzionale dell'Autonomia speciale della Valle d'Aosta. Roba da rotolarsi dal ridere, anche se poi nella riunione ho alzato la voce, perché non sopporto quando certi statali prendono i valdostani per fessi! Alla fine, roba degna di "oggi le comiche", pochi giorni dopo l'Istituto è stato soppresso con la "manovrina" come "ente inutile" in barba agli strenui difensori, che hanno - loro sì - fatto la figura dei fessi. L'Istituto è transitato all'Inail e la "Paritetica" ha predisposto lo schema di norma d'attuazione, già passato al Consiglio Valle. Storia esemplare di uno Stato che, in certe sue articolazioni, continua a ritenere le Regioni, in particolare le "speciali", una sorta d'accidente.