I regali di Natale sono sempre un problema. Ammiro chi, con grande leggerezza, affronta lo shopping natalizio con metodicità e non sbaglia un colpo. Personalmente - e da sempre - cerco di dimostrare elementi di originalità, ma resta sempre una vaga apprensione nella speranza di aver colto il risultato sperato. Diciamoci la verità: quando qualcuno apre il pacco di fronte a te, se "ci hai preso" o no te ne accorgi subito! Il dono è qualcosa di straordinario: un pezzo dei tuoi pensieri che finisce ad un parente e ad un amico. Segno antichissimo di considerazione e amicizia, che ha in Natale il culmine estremo e, per chi lo fa (e io sono fra questi), il pacco sotto l'albero ha qualcosa di poetico e ricorda l'infanzia e ho mantenuto ancor oggi il gesto liberatorio della carta da pacchi aggredita per vedere in fretta che cosa contenga. Forse ho già scritto di uno dei ricordi più distanti: il flash di un mattino di Natale in cui ho visto un triciclo rosso come regalo. Era quello che volevo - "ordinato" a Gesù Bambino (a Babbo Natale, ai miei tempi, non si scriveva) - e ricordo il piacere fisico, un vampata di gioia e l'immediato desiderio di andare avanti e indietro per casa attraverso quella stanza che allora mi sembrava smisurata. Ogni volta che ci penso ai Natali di un tempo, sento affluire in me ricordi e sentimenti, come una carica positiva, anche se oggi velata di malinconia per le persone che non ci sono più e per le cose confortevoli che sono cambiate. Niente altro che la "magia" del Natale.