Con Angelo Vicari, morto a Tenerife nelle scorse ore, se ne va non solo il decano dei giornalisti professionisti valdostani, ma anche un pezzo di storia dei cronisti di "nera" che operarono fra gli anni Sessanta e Ottanta, quando i giornalisti in Valle erano quattro gatti. Angelo, nato a Cogne nel 1930 ma in parte valsavarein e personaggio di una certa "vecchia Aosta", era un giornalista "cane da trifola", che univa la sua naturale bonomia e la voglia di far festa (e di giocare a belote con gli amici di sempre...) ad una ricerca della notizia a tutte le ore, forte di una voglia di comunicare che andava al di là di tutto. La sua carriera è stata principalmente legata alla "Gazzetta del Popolo", quotidiano della sinistra democristiana, che aveva pagine locali quando "La Stampa" non aveva ancora un'edizione valdostana. Angelo, negli uffici di via Losanna, si occupava della "nera", forte di una rete imbattibile di conoscenze grazie alle quali nulla gli sfuggiva, ben cosciente di quanto la cronaca nera fosse, allora come oggi, elemento di grande interesse per l'opinione pubblica. Sempre sorridente, ma capace di incazzature solenni, chiuso il giornale, era stato assunto alla "Rai", dove si era divertito sino alla pensione con un lavoro nuovo e a noi "ragazzi" faceva morire dal ridere perché affrontava la telecamera con naturalezza mista a ingenuità. Resta negli annali della "Rai" di Aosta l'intervista in un campeggio, che andò anche in nazionale, con Angelo che intervistava dei turisti con in testa, a coprire la pelata, un fazzoletto da muratore con i nodi che lo riparavano dalla calura. Poi se ne andò dalla Valle, vivendo avventure a Santo Domingo, poi negli Stati Uniti e infine alle Canarie, dov'è morto. Tornerà per riposare al cimitero di Cogne.