Avendo tre figli, credo di aver adempiuto a sufficienza al mio compito a favore della natalità, pur non comparabile alla numerosità di figli delle precedenti generazioni (mio padre aveva sette fra fratelli e sorelle!). Ma i comportamenti soggettivi non celano la realtà del disastro demografico in Occidente e anche in Valle, dovuto alla "crescita zero", che ci avvicina al crollo ineluttabile della "piramide rovesciata" che poggia su un'esile cuspide all'ingiù di una gioventù in grave minoranza e una maggioranza, sospesa per aria, composta da anziani sempre più numerosi e vecchi. L'"effetto extracomunitari", con nascite molte più elevate - a compensazione - per famiglie o uno dei membri della coppia genitoriale sarà destinato a ridursi per un'adesione ai comportamenti sociali dei figli dei nuovi arrivati, quando toccherà a loro. La crisi economica e le tante incertezze spingono verso un'ulteriore diminuzione delle nascite e dunque il futuro sarà dei vecchietti con problemi di pagamento delle pensioni e dell'assistenza per i danni derivanti da età sempre più avanzate (penso al dramma dell'Alzheimer) Grandi ricette in giro non ne vedo e tutta la retorica sulla famiglia non inverte una tendenza evidente.