Il termine italiano "mutanda" ha un'etimologia semplice e ben nota: deriva dal gerundivo latino "mutandus" (del verbo "muto-as-avi-atum-mutare"), che significa - direi per ragioni comprensibili in termini d'igiene personale - "da cambiarsi". In Italia, sfidando l'etimologia che spingerebbe al... cambiamento, il sulfureo Giuliano Ferrara, noto giornalista di origine comuniste familiari e personali e già Ministro del primo Governo Berlusconi, guida la crociata anti-Procura di Milano, inalberando provocatoriamente mutande stese sul palco, scelte come simbolo della violazione della privacy del Premier. In fondo un atto d'amore per i supporter di Silvio Berlusconi. Mio fratello Alberto, ma a me è capitato molte volte, mi raccontava di due tizi in funivia che spiegavano - e questa resta la forza dei favorevoli al Primo Ministro, pronti ad immolarsi - che tutto quel che gli capita è dovuto al diffuso senso d'invidia dei molti mediocri verso un uomo di successo. Osservo solo che ogni replica è inutile quando intervengono la fede (con la "f" minuscola) e il culto della personalità, cui si aggiunge la micidiale propaganda dei media di proprietà e controllati dal Cavaliere. Annoto, infine, che - dall'altra parte della barricata - la grande manifestazione al femminile nelle piazze di domenica è stata un segnale mica da ridere per un'opposizione sinora soporifera, ma forse questa volta c'è qualche cosa in più in questa bizzarra situazione italiana.