Rino Formica, socialista mai pentito di epoca craxiana (la maggior parte di quelli valdostani si sono bellamente riciclati con perfetto mimetismo e alcuni sono delle trottoline assai mobili), ha sostenuto, con linguaggio immaginifico, che «la politica è sangue e merda». In effetti noto un degrado impressionante nel quale non mi riconosco: chi in certi partiti obietta rispetto alle linee "ufficiali" è un reietto da spazzar via. Insomma il "centralismo democratico", ispirato da Lenin e cuore pulsante del comunismo militante, si insinua nei partiti che si definiscono liberali o federalisti e che, in buona o cattiva fede, sostengono di aborrire quei metodi "comunisti", che poi usano con grande dimestichezza. Da questa dottrina discende una logica amico-nemico (quest'ultimo accusato di "frazionismo") che sfocia, con Stalin, nei gulag e negli omicidi politici. Per cui "sangue e merda" è in fondo acqua di rose rispetto all'uso estremo del "centralismo democratico" contro il bieco "traditore" interno ovviamente considerato in combutta con il "nemico". Il linguaggio è guerresco e da caserma, ma - devo dirlo? - la democrazia è altra cosa. Ma forse la mia e solo miopia e non capisco - perché stupido, sfigato o frustrato - gli avvenimenti storici che incalzano. Proprio Joseph Stalin diceva: «Non si può fare una rivoluzione portando guanti di seta».