E' stato Eduardo De Filippo ad intitolare la sua ultima commedia ""Gli esami non finiscono mai". Espressione amara di quest'ultimo suo personaggio, "costruito" sulla maschera di un vecchio con i suoi rimpianti e le sue recriminazioni. Ridere per non piangere. Eppure quel modo di dire è rimasto perché racconta la verità di una vita nella quale le prove si susseguono e quelle scolastiche, alla fine, risultano lievi e fanno sorridere per i ricordi. Mia figlia Eugénie, essendo stato abolito da qualche anno l'esame di quinta elementare, sta affrontando l'esame di terza media, primo esame vero e proprio della sua carriera di studentessa. Lo fa, come nel suo carattere, senza farlo pesare a nessuno e glissando sulle sue emozioni. Ma fa tenerezza lo stesso perché vedere crescere i propri figli e osservarli mentre si sviluppano, veloci come dei funghi, e affrontano i primi ostacoli è non solo una bella esperienza, ma ti aiuta a capire i tuoi di genitori, scoprendo talvolta un'indulgenza tardiva per la maledetta complessità del rapporto fra genitori e figli, ormai vista, da adulti, dall'altra parte della barricata. Gli esami, comunque sia, non finiscono mai e lo vediamo nella quotidianità e l'espressione banale che ricordo mi disse mio papà, proprio per gli esami di terza media, fu niente altro che: «stai tranquillo». Frasetta sintetica di un uomo abituato a nascondere dietro a espressioni scherzose i propri sentimenti, che mi è servita allora e mi accompagna ancora oggi negli esami che, alla fine facendoti sentire vivo, non finiscono davvero mai.